Alla Sala Cap di via Albertazzi a Genova il convegno organizzato da Vasta, l’associazione spontanea nata dall’impulso dell’ex presidente di Regione Liguria Claudio Burlando. Nella storica sede della comunità portuale genovese si sono alternati diversi relatori che hanno portato un’idea diversa di sviluppo dello scalo portuale genovese rispetto a quella proposta dalle istituzioni di governo. Questo nell'ottica di fornire un contributo alla redazione del piano regolatore portuale che sarà presentato nella prossima primavera.
In prima fila gli armatori Manuel e Guido Grimaldi, chiamati in causa in merito all'ipotesi di dislocamento a ponte Somalia dei depositi chimici nel porto di Genova. A fianco a loro, da un lato il sindaco di Savona Marco Russo, dall'altro il supermanager Fincantieri Paolo Capobianco e lo storico sindacalista del cantiere navale Giulio Troccoli. Poco distante il console della Compagnia Unica Antonio Benvenuti e quello della Pietro Chiesa Tirreno Bianchi. Presente anche l'ex presidente dell'Autorità portuale di Genova Luigi Merlo.
E poi ancora imprenditori come Beppe Costa, Ignazio Messina, Antonio Gozzi, Giulia Vernazza. Presente anche la sindaca di Vado Ligure Monica Giuliano, rappresentanti dei sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil ma anche le "felpe" della Fiom e quelle del Calp. Poi alcuni esponenti del Pd locale, Mario Tullo, Cristina Lodi, Vittoria Canessa ma anche figure di altri partiti come Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione) o Giancarlo Vinacci (Fratelli d'Italia).
"Non era scontato riuscire a mettere insieme questa giornata, abbiamo preso un rischio grande ma sono contento. È emerso che non si discute abbastanza, ma non è così, allora ho voluto organizzare questo convegno" ha detto Burlando nel suo discorso. Per quanto riguarda le grandi opere Burlando ha aggiunto: "Bisogna fare anche il terzo lotto perché la ferrovia non può passare in mezzo. Mentre sulla situazione legata al futuro si riparazioni navali dico che devono stare dove sono finché non ci sarà uno spazio maggiore e quindi spostarle di conseguenza. È bello nella città vedere gente che lavora. Sono favorevole alla diga".
L’Europa è rimasta la più grande flotta del mondo, grazie a una politica attenta per far parlare il settore industriale con le parti sociali - spiega Manuel Grimaldi -. Oggi l’abbiamo sentito dai protagonisti, imprenditori e lavoratori, che questo settore delle riparazioni navali può dare tantissimo lavoro. Dobbiamo iniziare una discussione costruttiva tra imprese e lavoro che coniugano importanti obiettivi che abbiamo. I depositi non sono un problema solo di Grimaldi, noi siamo armatori con società in giro per il mondo, ci sono 300 persone che lavorano a Genova e Savona, i terminal sono saturi e hanno fatto numeri assoluti nella movimentazione di tutto il comparto. Sono in crescita sia le autostrade del mare che la continuità territoriale, se siamo saturi e ci vengono tolti degli spazi ci tolgono tagliandoci le gambe. Dal terminal dove operiamo c’è precluso trasportare passeggeri, perché terminal è pericoloso in quanto vicino ai cosiddetti terminal chimici. Per Grimaldi è un problema ma non insormontabile ma lo è perché si perdono posti di lavoro".
"C’è il problema sicurezza che dovrebbe essere molto sentito in questa città, dopo quello che è successo con il crollo di Ponte Morandi - spiega ancora Grimaldi -. Eliminare il trasporto dalla strada e portarlo via mare sarebbe fondamentale anche per il porto di Genova. Bisogna lasciare le possibilità di operare, senza creare concorrenza scorretta e collo di bottiglia, come con lo spostamento dei depositi. La sicurezza è fatta dalla prevenzione, bisogno studiare quali sono i rischi e prevenirli, anche se sono bassi bisogna studiarli e prevenirli. Va fatto tutto il possibile affinché si arrivi al rischio zero. Questo vale sia per il trasporto pesante che per i depositi chimici. Io credo che sia necessario questo dibattito anche se andiamo oltre a Grimaldi".
IL COMMENTO
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