Porto e trasporti

In consiglio comunale passa un ordine del giorno che impegna esecutivo e parlamento ad attivarsi per promuovere una soluzione. Il consigliere di Vince Genova: "Opinione pubblica italiana non mi sembra pienamente cosciente della gravità delle circostanze"
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di Andrea Popolano

GENOVA - La questione del Mar Rosso con le ricadute sul porto di Genova è stata affrontata in consiglio comunale a Palazzo Tursi. Un ordine del giorno fuori sacco presentato da Paolo Gozzi di Vince Genova. Il documento, che era saltato la settimana scorsa, è stato approvato dal consiglio comunale con 32 voti a favore e uno contrario del consigliere Mattia Crucioli di Uniti per la Costituzione.

Il testo impegna il sindaco di Genova e la giunta "attivarsi affinché il Governo e il Parlamento italiano sostengano, all'interno di una cornice europea, con un mandato definito a protezione della libertà di navigazione e in dialogo con altri attori regionali, le iniziative volte a garantire la sicurezza delle navi mercantili nel Mar Rosso e la riapertura di canali commerciali fondamentali per i porti italiani e, in particolare, per il Porto di Genova".

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La crisi che da settimana si sta vivendo nel Mar Rosso dove si continuano a registrare gli attacchi contro le imbarcazioni commerciali da parte dei ribelli Houthi del gruppo armato terrorista yemenita. Dal Canale di Suez passa circa il 12% del commercio marittimo internazionale. Secondo i dati il Porto di Genova è uno dei più penalizzati dalla crisi e dagli effetti derivanti dall’allungamento dei tragitti, con la rotta tra Shanghai e Genova che sta subendo i rincari più alti. Le navi che non passano dal Canale di Suez sono, infatti, costrette a circumnavigare l’Africa dal Capo di Buona Speranza per raggiungere i porti del Mediterraneo, con tempi di percorrenza maggiorati di 10-15 giorni e con ricadute sostanziali sui costi dei beni, dei combustibili e delle polizze assicurative. Nei primi undici mesi del 2023 sono transitati da Suez 10 milioni su complessive 44 milioni di tonnellate - pari al 22% del totale - dei traffici via mare dei porti di Genova e Savona che fanno capo all’Autorità di sistema del Mar Ligure Occidentale.

Il consigliere Gozzi spiega l'importanza che ha il fatto che anche Genova promuova ogni azione possibile e utile a salvaguardare i traffici del porto della città. "La crisi del Mar Rosso rischia di costare all’Italia 36 miliardi annui, circa 100 milioni al giorno fra mancate o ritardate esportazioni e importazioni - spiega il consigliere di Vince Genova Gozzi -. In particolare, sono i porti del Mediterraneo a risentire dell’allungamento delle tratte e di una circumnavigazione del Capo di Buona Speranza che rischia di rendere maggiormente competitivi i porti del Nord Europa, rispetto a un accesso da Gibilterra".

Gozzi sottolinea come il Porto di Genova sia "certamente il più penalizzato da una situazione che rischia di vanificare gli enormi sforzi e i poderosi investimenti che si stanno mettendo a terra in questi anni. Per questo, in un momento in cui l’Unione Europea sta con fatica comprendendo la necessità di un intervento e in cui l’opinione pubblica italiana non mi sembra pienamente cosciente della gravità delle circostanze, ho ritenuto doveroso che si esprimesse l’Assemblea elettiva della sesta città italiana, quella la cui economia è maggiormente colpita dalla crisi, affinché Governo e Parlamento sostengano ogni iniziativa utile alla tutela dei traffici commerciali nel canale di Suez. Niente più di una testimonianza dal punto di vista amministrativo, ma dal punto di vista politico di supporto a un dibattito pubblico che deve maturare, assumendo maggiore coscienza della situazione" conclude il consigliere Gozzi.

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