Porto e trasporti

4 minuti e 13 secondi di lettura

GENOVA - Continuiamo a cercare di capire come cambiano o cambieranno gli assetti in porto dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la concessione del Genoa Port Terminal di Spinelli a Genova. E a raccogliere commenti (LEGGI QUI). Oggi incontriamo Antonio Benvenuti, console della Culmv.

Antonio Benvenuti, questione del Consiglio di Stato che ha di fatto revocato, dopo un ricorso presentato dal Terminal Sech, la concessione al Genoa Port Terminal di Spinelli, 170 dipendenti, immagino anche ore e giornate di lavoro vostre. Come ha reagito intanto a questa sentenza che ha sconvolto abbastanza gli equilibri già un po' labili del porto di Genova? 

"Come per tutte le sentenze, quando c'è qualcosa in ballo di interesse. Io credo che l'incontro che ha fatto l'Autorità portuale con l'azienda propenda alla verifica di una soluzione giuridica, poi dipenderà anche dai ricorsi forse, ma evidentemente se l'hanno fatto in Prefettura vuol dire che c'è una motivazione da ricercare dal punto di vista giuridico. Credo che sia stato giusto che anche il sindacato abbia fatto una richiesta di garanzia occupazionale, di continuità operativa nel terminal. Ma io vi dico la verità, noi abbiamo 8.000 giornate medie che facciamo quest'anno, dato del '23 e faremo un po' di più forse nel '24 nel terminal, come un secondo giro dopo i loro dipendenti che sono primari da questo punto di vista, ci interessa perché c'è il nostro pezzo di lavoro, non il più grosso, ma il nostro pezzo di lavoro.

Il problema che vedo però è che questa vicenda è in mezzo agli atti dei gruppi concessionari, grandi gruppi economici di terminalisti o armatori che si muovono, muovono traffici, muovono volume, hanno delle concessioni e spesso quello diventa un contenzioso, che può essere un contenzioso di mercato per chi è più forte, per chi porta di più, poi diventa una questione che va a finire per i tribunali da questo punto di vista.

Quindi è evidente che questa vicenda richiama il piano regolatore portuale del 2001 che non poteva vedere cosa è successo in tutti questi anni per quanto riguarda i flussi di lavoro, le tipologie del lavoro e anche perchè il mercato è così, è aperto e intervengono nuovi soggetti. Ci sono contenitori, traghetti e le merci varie sono praticamente sparite, a parte un terminal. Quindi da questo punto di vista un piano regolatore è quello che può mettere insieme le cose e fare una fotografia oggi.

Mi sembra che i protagonisti siano le quote azionarie dei grandi gruppi, acquisite all'interno delle precedenti concessioni, cioè tu non è che puoi vendere una concessione, però puoi acquisire quote azionarie del gruppo che ha la concessione. Se la vicenda è di questo tipo qui, chi è protagonista sono coloro che hanno acquisito o lasciato quote azionarie, poi uno evidentemente può anche debordare dalle previsioni precedenti e portare migliaia di contenitori che non erano totalmente previsti nell'ambito della concessione, quindi poi ci sono problemi anche di interessi che si muovono, ma io non voglio fare un rapporto di forza economica tra questi operatori che sono tutti di primissime categorie oggi come oggi, sono partiti diversamente dal 2001, la bugna nasce qua, poi il problema è che di fondo l'uso delle banchine, diciamo così, demaniali finisce spesso nei tribunali.

Io penso che in un porto di queste dimensioni non dovresti arrivare ai punti di andare in tribunale per una vicenda che è fondamentale, ma che evidentemente poteva essere affrontata a suo tempo in maniera diversa, poi ho capito che le concessioni vengono date e vengono assicurate anche dall'Autorità portuale, quindi ci sono tutti i requisiti, ma perché bisogna andare nei tribunali?

Da questo punto di vista, però lì nasce il problema, perché si poteva trovare un accordo, ma non è che posso conoscere tutto. Per me sinceramente i lavoratori sono più importanti a questo punto perché sono un po' in ombra, cioè diciamo così, la prospettiva di questi 170 lavoratori, a parte l'indotto che comunque può trovare una sua collocazione, ma questi 170 lavoratori sono dentro al terminal e operano da anni dentro a quel terminal, noi ci facciamo il nostro pezzo di giornate a fianco a questi lavoratori, i lavoratori non vanno in tribunale, quindi bisogna che qualcuno ragioni sul fatto che bisogna tutelarli, perché poi se non vanno in tribunale poi magari però fanno sciopero e magari poi fermano il terminal e magari è un problema del porto, non è un problema di circa 170 persone che possono essere più o meno spostate o non so che, no, lì c'è un terminal che funziona, cioè fa 600.000 contenitori, non puoi più fare i contenitori, studiate, i giuristici ci sono apposta, fategli fare un po' e un po', dopo di che questa roba qua non può essere defalcata dicendo 'va beh, lì chiudi e via tutti', c'è della gente, ci siamo anche noi a lavorare e non è che li buttiamo, quindi voglio fare la parte di quelli che sono in ombra, perché sennò tutti i giorni sui giornali c'è l'aspetto giuridico, si è capito, d'accordo, ma non litigate così, siete grossi, va bene, anche perché se si fa la diga ci stanno tutti, credo".