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È attraccata venerdì sera alle 20.40 al terminal portuale Messina la nave cargo Da-De della Cosco che dalla Cina, dopo due mesi e tre settimane di navigazione, ha trasportato a Genova i mastodontici pezzi della "talpa" dello scolmatore del torrente Bisagno, l'opera più importante per mettere in sicurezza quasi del tutto la vallata e il centro della città dal rischio di altre alluvioni. Dalla Cina a Genova in 86 giorni la nave ha percorso la rotta di circumnavigazione dell'Africa doppiando il Capo di Buona Speranza: una scelta resa necessaria per ragioni di sicurezza legate ai conflitti in corso in alcuni Paesi che si affacciano sul Mar Rosso.
Lo sbarco durerà settimane
Come trapelato nelle ultime ore, ma domani dovrebbe arrivare un comunicato ufficiale della Regione Liguria, lo sbarco dei pezzi della talpa dopo la fine delle pratiche burocratiche per lo sdoganamento dovrebbe iniziare lunedì e potrebbe durare oltre un mese: il trasporto dei pezzi avverrà in piena notte con relativo blocco delle strade interessate di Sampierdarena, del centro e della Valbisagno.
Marcia di notte a passo d'uomo verso il Bisagno
Montati su carrelli modulari, il trasporto eccezionale dei pezzi della Talpa, tecnicamente "tunnel boring machine" o Tbm, avverrà a passo molto lento e grazie alla scorta degli agenti della stradale e della polizia locale che apriranno e chiuderanno il traffico a seconda delle necessità. Una lentezza inevitabile viste le dimensioni e il peso: il pezzo più pesante della Talpa arriva a 198 tonnellate, mentre tutta la Tbm pesa 1280 tonnellate.
Itinerario ancora da rifinire
Una marcia lenta programmata in ogni dettaglio dalla ditta di spedizioni incaricata e su cui vige il massimo riserbo, ma che stando ad alcune indiscrezioni dovrebbe interessare le strade più comode ed evitare le gallerie di Brignole perché troppo basse per i pezzi più alti, per questo si ipotizza che il tragitto si snoderà dall'uscita del porto di lungomare Canepa, a via Gramsci, da via delle Fontane a piazza Portello, da lì potrebbe andare verso via Assarotti e quindi in via Montaldo, per bypassare le gallerie di via Canevari, ma su questo ci sono ancora dubbi.
Individuata l'area per lo stoccaggio
Di certo è stata già individuata l'area principale di stoccaggio dei grandi pezzi della fresa: si tratta di un terreno di via Emilia, poco prima della rotonda dei "tonni suicidi", l'area ex Mape, che era anche della ditta Cerosillo. A poca distanza dal cantiere base dello scolmatore situato sotto via Terpi: lì, in un grande camerone, i pezzi più grandi saranno assemblati in circa un mese e mezzo, quindi la Talpa, che il luminare dell'ingegneria idraulica Rosso, ha già battezzato Godot per i suoi ritardi, inizierà a bucare la montagna per sbucare poi nel mare di corso Italia, alla Foce, dove finisce anche lo scolmatore del Fereggiano.
Le due opere grazie a un semplice sistema di "troppo pieno", appena le portate dei fiumi saliranno in modo pericoloso ne devieranno la portata nei tunnel, renderanno la città molto più sicura dal punto di vista idraulico.
Un evento anche per gli spedizionieri
Il trasporto in piena notte a passo d'uomo dei pezzi della Talpa è un evento molto atteso anche per il mondo dei spedizionieri genovesi, molti dei quali potrebbero rinunciare a qualche ora di sonno per assistere di persona e accompagnare l'attesa marcia dei carrelli con i pezzi d'acciaio verso Ca' de Pitta.
Finanziato da governo Renzi e Regione
Lo scolmatore del Bisagno fu annunciato nel 1971, iniziato per pochi metri nel 1992, approvato con il Piano di Bacino del 2001. I lavori furono finanziati dal Governo Renzi (2014-2016) e il progetto esecutivo reso nel novembre 2017 anche grazie a fondi regionali. L’appalto fu aggiudicato nel giugno 2020, secondo quanto dichiarò con soddisfazione l’Agenzia per la Coesione Territoriale.
In ritardo di almeno due anni
Se fosse stato realizzato da cronoprogramma, lo scolmatore sarebbe stato battezzato nell’autunno scorso. E invece fra interdittive antimafia e altri ritardi, è ancora al palo. Secondo le ultime indicazioni della Regione potrebbe essere finito a metà del 2026, ossia fra un anno e mezzo. Come a dire che il prossimo autunno, il periodo in cui avvengono il novanta per cento delle alluvioni della nostra città, potrebbe essere l'ultimo senza la protezione dello scolmatore del Bisagno.
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IL COMMENTO
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