Porto e trasporti

Ora l'approvazione e l'aggiudicazione del cantiere
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di Matteo Cantile

La nuova diga di Genova si farà: è arrivato questa mattina a Palazzo San Giorgio il documento che sblocca definitivamente la fattibilità dell’opera. Il ministro della Transizione Energetica Roberto Cingolani ha infatti firmato la Via, la Valutazione di Impatto Ambientale: tutta l’operazione è stata valutata nei dettagli ed è stata approvata. Il documento era alla firma già da diverso tempo ma ha scontato qualche impaccio burocratico: oggi l’autorizzazione è nelle mani del presidente dell’Autorità di sistema portuale Paolo Emilio Signorini.

A questo punto l’iter prevede l’approvazione dell’opera da parte dell’Authority, una formalità che sarà risolta entro le prossime due settimane, seguita dall’aggiudicazione dell’appalto: sono due le maxi imprese che hanno manifestato il loro interesse e tra loro sarà scelta l’azienda che si occuperà materialmente della costruzione.

Il cantiere sarà avviato entro la fine dell’anno ed è parte delle dieci opere strategiche fissate dal Governo italiano nell’ambito del Pnrr: proprio questa sua caratteristica peculiare consentirà all’opera di godere di una corsia preferenziale, anche nell’ambito del Codice degli appalti. Non sarà possibile, per esempio, procedere alla sospensiva del cantiere qualora tra le imprese concorrenti si accendesse un ricorso presso il Tribunale amministrativo regionale.

Il progetto definitivo della nuova diga di Genova, che consentirà al porto di Sampierdarena e alla Stazione marittima di disporre di maggiori spazi per l’approdo e la manovra delle grandi navi, è stato elaborato utilizzando lo strumento del ‘debat public’ organizzato dall’Autorità portuale di Genova e Savona, il primo nel suo genere in Italia. La procedura seguita è stata particolarmente innovativa, anche perché si è svolta durante il periodo più restrittivo della pandemia da Covid 19.

Per Genova la diga è un’occasione unica, imperdibile anche per le condizioni economiche che la rendono possibile: la dotazione di denaro pubblico, sia nazionale che europeo, non ha precedenti nella storia del Paese e la diga è considerata un’opera simbolica della ripartenza italiana.