Dall'impianto di protesi peniene, alle innovazioni nella chirurgia andrologica passando per la salute sessuale maschile e la ricerca andro-oncologica. Sono questi i temi principali del sesto congresso dell’associazione andrologi italiani (AssAI) dal titolo 'Sfide in andrologia e salute sessuale', che si tiene a Genova oggi e domani.
Innovazioni chirurgiche e risultati
Il congresso analizzerà gli esiti della chirurgia andrologica in diretta eseguita alla Clinica Montallegro di Genova nell’ottobre 2024, con un focus su tecniche e risultati. Tra le novità, spiccano gli interventi di protesi peniene, una pratica in cui il dottor Aldo Franco De Rose è pioniere: nel maggio 2023, ha eseguito per la prima volta al mondo l’impianto di una protesi peniena tricomponente in anestesia locale. Dal 2022 a oggi, De Rose ha già impiantato 16 protesi peniene in Montallegro e altri tre interventi sono previsti nel prossimo aprile. Numeri che fanno di Montallegro un centro di riferimento in Liguria – non solo a livello privato – per questa tipologia di interventi.
"La proposta che vogliamo lanciare è che le regioni valutino la possibilità di riconoscere questi interventi anche in regime privato, con un sostegno economico indiretto almeno per i costi elevati delle protesi, circa otto mila euro" ha dichiarato De Rose.

Ricerca andro-oncologica e casi clinici
Il congresso sarà anche l’occasione per presentare una ricerca andro-oncologica di prossima pubblicazione internazionale, condotta dal dottor De Rose. Lo studio, che coinvolge tutte le urologie liguri, ha raccolto dati su metastasi peniene da tumori primari come colon, rene, vescica e uretra. "In pazienti oncologici, la comparsa di dolore al pene deve destare immediato sospetto, potendo rappresentare un sintomo di metastasi. Un intervento precoce può preservare una vita sessuale completa; in caso contrario, si può giungere fino all’amputazione del pene" ha spiegato De Rose.
Tra i casi trattati, uno dei più particolari ha coinvolto un paziente affetto da infezione da HPV, con condilomi estesi all’uretra. L’intervento ha rivelato un carcinoma uroteliale, una neoplasia rarissima in quel contesto, confermando l’aggressività potenziale dell’HPV verso le vie escretrici.
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IL COMMENTO
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