LIGURIA - “La Liguria si conferma in zona gialla anche per la prossima settimana. Secondo l’ultimo report del Ministero della Salute, in terapia intensiva sono occupati il 17% dei posti letti totali mentre in area medica il 39%. Questo grazie ai vaccini che ci stanno preservando dalla forma più grave della malattia. Intanto Regione Liguria, dopo un incontro con le parti interessate, la prossima settimana recepirà la nuova ordinanza del Generale Figliuolo che allineerà il percorso dei tamponi gratuiti della scuola primaria con quello della secondaria”. Così il presidente di Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti in merito all’andamento della circolazione del Covid in Liguria.
“Nelle ultime due settimane – ha aggiunto il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi - abbiamo osservato un’incidenza stabile, con una tendenza alla diminuzione. Per quanto riguarda i ricoveri, da tre settimane il trend è stabile con circa 80 ricoveri al giorno in Liguria. Questo si riflette sulla pressione ospedaliera della nostra regione: dopo l’onda lunga degli ingressi nelle scorse settimane, c’è una tendenza alla stabilità che è iniziata prima nelle terapie intensive e ora c’è anche nella media intensità. Sul fronte dei vaccini, in un quadro epidemiologico che vede una quasi totale circolazione della variante Omicron, ci siamo posti l’obiettivo di verificare l’efficacia dei vaccini in tempo reale. Il rischio di essere ricoverati con patologia Covid è assai maggiore in soggetti non vaccinati: in particolare il rischio di ricovero per un non vaccinato è di circa 8 volte superiore a chi ha ricevuto una dose booster o è stato vaccinato da meno di 120 giorni. Il rischio è di 2,3 volte superiore rispetto a chi ha avuto un ciclo parziale con l’ultima vaccinazione a più di 120 giorni. Questo dato (il rischio di 8 volte superiore per i non vaccinati rispetto ai vaccinati) dimostra quanto il vaccino sia protettivo: molto di più della cintura per un automobilista (con il rischio di incidente mortale 2 volte superiore per chi non la usa rispetto a chi la utilizza) o più del non bere alcol per chi si mette alla guida (rischio di incidente grave 5 volte superiore per chi beve rispetto a chi non lo fa)”.
“Si chiude una settimana abbastanza tranquilla - ha spiegato Angelo Gratarola, coordinatore del Dipartimento Regionale Emergenza- Urgenza - dove la circolazione virale non ha creato grandi problemi negli ospedali, né in media intensità né in terapia intensiva. In questi giorni il dato è rimasto stabile, viaggiamo intorno alle 40 unità in terapia intensiva in tutta la regione, con una quota ancora elevata di pazienti non vaccinati”.
“Anche per la media intensità si chiude una settimana tranquilla - ha raccontato direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino Matteo Bassetti -, caratterizzata da molte più dimissioni che ingressi. Il numero fornito dal professor Ansaldi, ovvero quello dei nuovi ingressi, mette insieme non solo chi dalla comunità arriva in ospedale, ma anche i cluster interni, che oggi rappresentano un importantissimo serbatoio di nuovi contagi. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di soggetti asintomatici per la patologia Covid ma positivi al tampone, essendo i più doppiamente o triplamente vaccinati. Confermo inoltre quanto detto la settimana scorsa: non abbiamo più visto pazienti immunocompetenti con tripla dose di vaccino con malattia grave. Nell’ultimo mese e mezzo, per quanto riguarda le Malattie Infettive, non si sono registrati ricoveri gravi di pazienti triplo vaccinati. Un dato importante riguarda invece la circolazione delle varianti: abbiamo ricevuto i dati dal Laboratorio di Igiene, diretto dal professor Icardi, dai quali è emerso che la Regione Liguria presenta il 96% di predominanza della variante Omicron. Andiamo verso una circolazione contemporanea di Omicron 1 e Omicron 2, varianti con poca differenza dal punto di vista clinico. Da confermare invece i dati che ci dicono che sia su Omicron che su Delta la tripla dose di vaccino protegge al 70% dalle infezioni sintomatiche e oltre il 95% per quanto riguarda le forme più impegnative. L’ultimo passaggio riguarda i farmaci antivirali: abbiamo continuato ad utilizzare il Molnupiravir, siamo la regione che ne utilizza di più, e anche i monoclonali. Ora è arrivato il momento del Paxlovid, approvato ieri dall’EMA. Lancio pertanto un messaggio, soprattutto ad AIFA: renderlo disponibile il più rapidamente possibile”.
IL COMMENTO
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