GENOVA - "Quando ho detto ai miei colleghi londinesi che sarei tornato in Italia e sarei venuto a Genova mi hanno dato del folle ma io credo fortemente in questo progetto che poi si realizzerà completamente con il nuovo ospedale ma che sta già danto risultati come portare pazienti dall'Inghilterra qui". Così Guido Michielon, direttore dell'U.O.C. di cardiochirurgia del Gaslini racconta durante Terrazza sanità il suo rientro in Italia.
Formatosi a Padova, ha completato la sua formazione clinica in cardiochirurgia negli Stati Uniti, dove ha trascorso cinque anni lavorando nei più rinomati dipartimenti cardiaci del paese, dalla Mayo Clinic al Boston Children’s Hospital, al Children’s Hospital di Philadelphia, prima di iniziare a lavorare presso l’Ospedale Bambino Gesù di Roma dove ha operato fino al 2012. Dal 2012 al 2015 ha poi lavorato come chirurgo cardiotoracico pediatrico presso l’University Medical Center di Groningen nei Paesi Bassi e dal 2015 si è trasferito presso il Royal Bromton Hospital dove ha diretto il programma di cardiochirurgia neonatale in consorzio con l’Evelina Hospital di Londra.
Il nuovo Gaslini, che ha visto partire i cantieri nelle scorse settimane, ha attirato i cosiddetti cervelli in fuga ancora prima della sua realizzazione. Michielon, infatti, è uno specialista riconosciuto per la cardiochirurgia congenita nella comunità scientifica internazionale, con più di 3.200 interventi chirurgici eseguiti a cuore aperto per tutte le più complesse patologie e procedure e con importanti riconoscimenti per la sua attività clinica e di ricerca.
"La sfida che ho accettato e in cui credo molto che mi ha proposto il direttore generale Renato Botti - racconta Michielon - è quella di realizzare un progetto per poter riportare in Italia le competenze, non solo tecniche, ma anche organizzative di modello di sanità che ho vissuto all’estero".
"Il medico italiano come formazione, come approccio ha dei punti di grande vantaggio e può performare benissimo in un sistema organizzato, la nostra sfida è creare questa organizzazione che non sia così diciamo ingabbiata ma più snella, più flessibile, più individualizzata e nel valorizzare anche i singoli operatori".
Il progetto che vedrà la sua completa realizzazione con il nuovo ospedale sta però già portato dei risultati. "Tante belle cose sono state fatte e abbiamo attirato pazienti dall'Inghilterra e non solo da paesi in via di sviluppo bisogna entrare in un ambiente internazionale per imparare dai migliori e competere con i migliori".
Proprio grazie al lavoro del dottor Michielon è arrivato anche l'elogio del 'Times' che ha raccontato un intervento realizzato al Gaslini lo scorso luglio su un bambino inglese di 6 mesi con un complesso quadro anatomico di 'cuore ipoplasico'. I medici inglesi lo avevano giudicato non operabile con poche possibilità di sopravvivere, Michielon qui a Genova al Gaslini gli ha salvato la vita. Sempre a luglio Michielon ha operato un ragazzo di 23 anni con vizio congenito della valvola aortica, associato a dilatazione dell'aorta ascendente e della radice aortica. realizzando in Italia il primo intervento chiamato "Ross-PEARs".
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