Sanità

Letizia Porfido della Croce Verde San Gottardo parla a nome di tutti: "Succede da anni in ogni pronto soccorso, dal Galliera al San Martino"
1 minuto e 46 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA -"I militi della pubbliche assistenze sono costretti ogni giorno ad attendere delle ore davanti agli ospedali perché nei pronto soccorso non ci sono barelle sufficienti su cui trasferire i pazienti...".

E' la denuncia di Letizia Porfido, milite della Croce Verde San Gottardo di Molassana, incontrata nella tarda mattina di ieri, primo agosto, davanti al congestionato pronto soccorso dell'ospedale Galliera, una denuncia la sua che arriva dopo quelle di tanti altri volontari delle pubbliche assistenze genovesi: "Se va bene oggi vado via di qua fra due o tre ore, dopo le 14,quando inizieranno le dimissioni dei pazienti - racconta la milite - perché sono costretta ad attendere che mi venga restituita la barella con cui abbiamo effettuato il servizio, e non è un caso visto che succede spesso e soprattutto nei giorni più difficili come il lunedì".


La milite poi svela: "Le nostre barelle non sono adatte per essere usate all'interno dell'ospedale così si rallentano anche i tempi degli esami dei pazienti che in attesa di una barella idonea rimangono parcheggiati nella camera calda o all'ingresso del pronto soccorso".

Porfido esemplifica: "Nei pronto soccorso si lamentano tutti per la carenza di medici, infermieri e posti letto, ma la Regione non si vede e non si sente, cosa fa la Regione?"

Questa situazione, assicura la milite, dura da anni anche negli altri ospedali e crea un grande disservizio: "Spesso per dei codici verde veniamo mandati dalla Valbisagno all'ospedale di Voltri, e così capita che una persona anziana viene dimessa e abbandonata lontanissima da casa".

Porfido dopo bacchetta anche i cittadini che a volte usano "le ambulanze come dei taxi" e contribuiscono a congestionare i reparti di pronto soccorso: "Ci sono cittadini che appena gli prude una mano chiamano l'ambulanza, succede tutti i giorni eppure molte volte basterebbe rivolgersi al medico curante...".

Medico curante o di base che però, ed ecco un'altra nota stonata della sanità ligure, soprattutto dall'avvento della pandemia, è difficile da contattare e in qualche quartiere, vedi il Cep di Pra', non c'è neppure: "Vero, lo posso confermare - aggiunge la milite di Sam Gottardo - perchè la mia nonna abita proprio al Cep".

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