Sanità

L'infettivologo: "Vacciniamoci per non finire in ospedale con la polmonite o in rianimazione"
1 minuto e 15 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

"Era ampiamente previsto. Lo avevamo detto qualche settimana fa che sarebbero aumentati i contagi alla prima settimana di ottobre. Si stupisce chi si vuol stupire e non conosce questo virus": sono le parole di Matteo Bassetti, direttore DIAR malattie infettive di Regione Liguria, a Primocanale. I motivi del rialzo dei contagi erano previsti e sono molto chiari: i ragazzi sono tornati a scuola, siamo tornati al lavoro, passiamo più tempo al chiuso, sul bus e sul treno.

Ma questo non significa che debbano tornare gli obblighi di mascherina, di distanziamento: "La continua corsa a dire rimettiamo gli obblighi non fa bene a nessuno. La gestione del covid oggi non è fatta di obblighi, è fatta di farsi ascoltare dalla gente. La persona anziana o fragile se da sul bus è giusto che metta la mascherina. Oggi dobbiamo affrontare il virus in maniera diversa perché è diverso l'impatto sulla popolazione", spiega Bassetti.

I contagi salgono perché "Stanno aumentando le persone col tampone positivo".

"Finché continueremo a dare il bollettino in cui non differenziamo tra chi ha la malattia sintomatica o asintomatica e ancora tra chi è più o meno grave, diamo numeri che servono unicamente a far male alla gente".

E questa tipologia di comunicazione per Bassetti è "perversa" e "fa male alle vaccinazioni".  Spiega l'infettivologo: "Dobbiamo dire alla gente che ci si vaccina perché non ci venga la polmonite, per non andare in ospedale o in rianimazione. Questa comunicazione perversa che avviene nel nostro Paese io credo che sarà da finire, spero che cambi qualcosa presto".

 

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