Sanità

L'appello a Primocanale di Lucia Del Mastro, direttore dell'oncologia medica, coordinatore della breast unit del Policlinico, ordinario all'Università di Genova e ricercatore di Airc: "Abuso di alcol, condizione di sovrappeso e fumo incidono negativamente"
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di Tiziana Oberti

GENOVA - "Intervenendo sugli stili di vita si potrebbe effettivamente ridurre l'incidenza dei tumori correlati a comportamenti scorretti come abuso di alcol, fumo di sigarette e condizione di sovrappeso" così a Primocanale Lucia Del Mastro, direttore dell'oncologia medica, coordinatore della breast unit del Policlinico, ordinario all'Università di Genova e ricercatore di Airc.

L'ultimo report di settore dice che in Italia nell'ultimo anno si sono registrati oltre 390mila nuovi casi di tumore con un incremento del 2% rispetto all'anno precedente legato soprattutto all'invecchiamento della popolazione. Il 70% infatti di diagnosi di tumore riguarda persone di età pari o superiore ai 65 anni spiega Del Mastro.

"In Liguria le nuove diagnosi rappresentano il 3% di quelle nazionali con oltre 12,5 mila casi - precisa il direttore dell'oncologia medica, coordinatore della breast unit del Policlinico -. Ogni giorno in Liguria vengono diagnosticati 34 nuovi casi di tumore. I più frequenti sono quelli alla mammella, al colon retto, alla prostata, al polmone e alla vescica".

Dal 2021 gli screening hanno ripreso a pieno regime dopo le difficoltà legate al periodo Covid che ha limitato le opportunità di visite e controllo. Di certo però gli stili di vita incidono negativamente e favoriscono la formazione di tumori. "E' peggiorata la percentuale di chi fa abuso di alcol, di chi è sovrappeso e di chi ha l'abitudine di fumare: il Covid non ha migliorato gli stili di vita che sono responsabili del 40% delle cause di tumore" precisa Del Mastro.

Fondamentale dunque la prevenzione. "La percentuale in Liguria di chi dovrebbe sottoporsi a screening e screening reali è ancora bassa - spiega Del Mastro -. La Liguria non è tra le regioni virtuose come lo sono invece Emilia Romagna e Toscana che raggiungono il 50%. Bisogna rafforzare questa abitudine così come il registro tumori che ci permette di avere un quadro chiaro. Al momento i dati sono raccolti a Genova ma servirebbe una rilevazione estesa a tutta la regione. Si tratta di aspetti fondamentali che permettono la pianificazione sanitaria".