GENOVA - "Stiamo puntando sulla formazione di un dipartimento che si occupa dei corretti stili di vita in cui tutti i diversi interventi che Asl fa all'interno della società civile vengano messi a fattor comune". A dirlo è Luigi Carlo Bottaro, direttore generale di Asl3 in occasione occasione dell’evento conclusivo del progetto "Educazione ai corretti stili di vita" che si è svolto presso l’Istituto Comprensivo Teglia, con ragazzi ed insegnanti insigniti dei diplomi di "addetto ai corretti stili di vita".
"Sto pensando al Centro antitabacco che sta ottenendo grandi risultati a Fiumara, al Pedibus, alla struttura di Epidemiologia dell'igiene che insegna ai bambini come si mangia, che tipo di attività si fa quando si deve comprare al mercato e a questa grandissima iniziativa sui corretti stili di vita che tocca tutti i settori della vita e fa si che la gente stia meglio ed eviti malattie come diabete e le epatopatie che ci portano i malati cronici - prosegue Bottaro -. La sanità pubblica come la società ha bisogno di persone sane, perché significa migliorare il lavoro, avere meno problematiche di tipo familiare, avere più spazio di buona salute e quindi anche, ed è brutto dirlo, più soldi perché ce ne sono pochi. Noi crediamo che questo con i ragazzi sia un progetto vincente, che ho intenzione di portare a livello italiano e sono sicuro che avrà successo".
Anche il sindaco di Genova Marco Bucci sottolinea l'importanza dell'insegnamento dei corretti stili di vita fin dall'infanzia: "Quello che si impara da giovani poi si porta avanti tutta la vita in senso positivo ma purtroppo anche in senso negativo, quindi è importante che noi diamo giusti insegnamenti: è così che formiamo buoni cittadini - dichiara il sindaco -. C'è anche il fattore importante che fanno da ambasciatori: non solo imparano le cose corrette ma lo dicono ai loro compagni, alle famiglie e agli amici, quindi in tutta la città. Un doppio ruolo che consideriamo assolutamente importante insieme a quello degli educatori e degli insegnanti".
I ragazzi degli ultimi anni di elementari e dei primi due di medie durante l'anno scolastico hanno potuto ascoltare diverse testimonianze: "Sono intervenute persone coinvolte direttamente in esperienze di alcol, con racconti che sono stati racconti molto toccanti per i ragazzi - racconta l'insegnante Johanna Timossi -. È intervenuta anche la polizia postale per parlare dei pericoli dei social e dello stare troppo a contatto col mondo virtuale. Questa giornata conclusiva ha raccolto tutte queste esperienze e li abbiamo nominati ambasciatori perché sono coloro che porteranno questo messaggio a tutti". L’idea primaria è che tale tipo di attività deve fondarsi su poche e semplici informazioni scientificamente corrette che affrontano tutti gli argomenti principali che influenzeranno il futuro dei giovani quali alimentazione, movimento, alcol, fumo/sostanze, dipendenze tecnologiche (es. social media) e cyberbullismo, azzardo e comunicazione ingannevole. Il tutto attraverso un filo conduttore che dimostra che nessuna tematica può essere trattata efficacemente se affrontata separatamente dalle altre.
IL COMMENTO
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