Sanità

Il progetto avviato da Asl 3 il 1 marzo 2023 prevede un aumento della copertura a sette giorni su sette del servizio medico e dell’infermiere di famiglia e di comunità sul territorio
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di Riccardo Olivieri

GENOVA - Il "modello Val Trebbia" funziona. Il progetto pilota a livello nazionale avviato da Asl3 dal 1 marzo 2023 per coprire la mancanza di medici di medicina generale nelle aree interne con un aumento della copertura a sette giorni su sette del servizio medico e dell’infermiere di famiglia e di comunità sul territorio, prima tramite gli ambulatori attivati e poi anche con il servizio della continuità assistenziale, ha fatto riscontrare un parere positivo dai sindaci. "Nel momento i cui i sindaci mi dicono che va tutto bene vuol dire che stiamo andando nella direzione giusta" dichiara Luigi Carlo Bottaro, direttore generale di Asl3 e presidente di Federsanità Anci Liguria, che il 6 e 7 luglio proprio all'incontro di Federsanità che si terrà a Roma presenterà i risultati.

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"I medici di medicina generale non ci sono - chiosa Bottaro -, ma troviamo delle soluzioni a livello organizzativo organizzativo attraverso risorse di tipo medico, infermieristico, strutture convenzionate e la collaborazione con gli enti per dare una risposta complessiva alla cittadinanza. In questi primi quattro mesi abbiamo avuto una risposta molto positiva. Andremo a presentare i risultati perché abbiamo messo in campo medici di medicina generale, continuità assistenziale, medici funzionari, Rsa convenzionate all'interno dei territori che mettano a disposizione, grazie di una delibera come quella che la Regione ha attivato ovvero quella del concetto di Rsa aperta, ha messo a disposizione anche i suoi medici per la cittadinanza e devo dire che i risultati in questi primi quattro mesi di attività sono stati importanti".

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La figura centrale del progetto "è l'infermiere di comunità perché riesce a svolgere una funzione di regia, di contatto sia con i medici sul territorio che con le parti sociali e il distretto socio sanitario per risolvere le problematiche gestionali" spiega il direttore generale, che annuncia un concorso per 10 nuovi infermieri di comunità (ancora in fase di organizzazione), mentre sono due i professionisti già attivi, per allargare il progetto "alle altre nostre valli di competenza come Valle Stura, Valpolcevera e Valle Scrivia".

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