Sanità

I casi a livello nazionale sono aumentati del 5% rispetto al 2020
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di Tiziana Oberti

GENOVA - Sono 12mila i nuovi casi di tumore in Liguria e secondo le stime nazionali si può stimare nella nostra regione un aumento di 240 casi in più all'anno. A fare il punto a Primocanale la professoressa Lucia Del Mastro, coordinatore linee guida Aiom, a poche ore dalla presentazione del rapporto “I numeri del cancro in Italia 2023”.

I casi a livello nazionale sono aumentati del 5% rispetto al 2020, passando da 376.600 a 395.000 (208.000 negli uomini e 187.000 nelle donne). Il tumore più frequente è quello della mammella (55.900 casi), a cui segue il cancro al colon-retto (50.500), quello del polmone (44.000), poi le neoplasie della prostata (41.100) e della vescica (29.700).

In Italia crescono le diagnosi di tumore, ma diminuiscono i decessi. Quello che preoccupa però è il calo dell'adesione agli screening rispetto al pre pandemia.

Le previsioni per i prossimi 20 anni confermano un trend in crescita, con le nuove diagnosi che aumenteranno in media dell’1,3% negli uomini e dello 0,6% nelle donne ogni anno. 

Cala l'adesione agli screening e questo è l'aspetto che preoccupa di più la professoressa Del Mastro. Lo screening mammografico e quello del colon-retto, in particolare, tornano al di sotto dei livelli pre-pandemia. Se nel 2021 le campagne di screening avevano recuperato riportandosi ai livelli raggiunti prima dell’avvento del coronavirus Sars-Cov-2, nel 2022 si è assistito a una nuova flessione nella copertura (-3%), con lo screening per il tumore al seno che si attesta al 43% e quello per le neoplasie del colon-retto al 27% a livello nazionale. I dati più preoccupanti si sono registrati nel Nord Italia, dove l’adesione allo screening mammografico è passata dal 63% nel 2021 al 54%, mentre quella allo screening colorettale è scesa dal 45% al 38%.

"La pandemia quindi avuto un effetto negativo sull' adesione ai programmi di screening e quindi è molto importante informare la popolazione di riprendere questa attività di screening che già di per sé non è particolarmente elevata ma che dopo la pandemia è scesa ulteriormente - sottolinea Del Mastro - quindi tumore della mammella, colon, cervice stanno partendo anche gli screening del tumore dell’ovaio sono delle procedure che possono contribuire a salvare vite". Questa situazione significa un’occasione sprecata perché con lo screening noi abbiamo la possibilità di fare diagnosi in una fase di malattia più precoce e abbiamo la possibilità di guarigione molto più elevata e quindi c’è un po’ di rammarico perchè la mancata esecuzione di test molto semplici quali la mammografia o la ricerca nel sangue occulto nelle feci significa che non si può avere la possibilità di aumentare ulteriormente la probabilità di guarigione e quindi la riduzione della mortalità perché semplicemente non si effettuano di test molto semplici quindi l’invito è non buttare le cartoline l’invito che sistema sanitario regionale ci manda il sistema regionale".

Non tutto è negativo, nel rapporto vengono sottolineati anche i grandi progressi fatti dall’oncologia: "In 13 anni sono state salvate 268mila vite (206.238 uomini e 62.233 donne, cioè una diminuzione dei decessi rispettivamente del 14,4% e del 6,1%) - spiega Del Amstro - l’analisi del profilo molecolare dei tumori e quindi l’applicazione di terapie mirate, per esempio, hanno portato risultati clinici prima impensabili, compreso spesso il controllo di malattia prolungato nel tempo. Un’altra grande innovazione è stata l’immunoterapia, che ha cambiato il paradigma terapeutico di diversi tumori solidi e che in una certa percentuale di pazienti consente una risposta duratura, anche per anni.