Sanità

In neanche sei mesi dall'apertura dell'ambulatorio sperimentale. Nella struttura i giovani vengono accolti "come in una famiglia" e, contemporaneamente, vengono affrontate le cure primarie che magari, prima di quel momento, erano passate in secondo piano
3 minuti e 44 secondi di lettura
di Aurora Bottino
L'ingresso di Villa Bombrini

Sono stati quasi duecento i minori stranieri non accompagnati ospitati sul territorio genovese presi in carico dal primo ambulatorio dedicato ai minorenni, gestito da Asl3, Comune e Anci. Tra le sale di Villa Bombrini medici e operatori si occupano della loro presa in carico a 360 gradi: sia a livello sanitario sia sociosanitario, un lavoro che serve a coglierne difficoltà e bisogni, cercando di intercettare eventuali dipendenze, difficoltà emotive e psicologiche, oltre naturalmente alle cure primarie dei ragazzi.

Tutto nasce da una chiamata da parte del Ministero dell'Interno che ha creato le condizioni attraverso il fondo asilo migrazione e integrazione per poter attivare progettualità per la tutela e l'integrazione dei minori stranieri non accompagnati che emergono sui territori cittadini. I fondi dedicati alla progettualità ammontano a un milione di euro nel triennio 2024-26.

Nella struttura vengono accolti "come in una famiglia" e, contemporaneamente, vengono affrontate le cure primarie che magari, prima di quel momento, erano passate in secondo piano. 

Un primo step fondamentale ma anche un appoggio per i tutori che lavoreranno con i minori per l'integrazione 

"C'è innanzitutto il profilo dell'accoglienza e il profilo più banale del monitoraggio immediato di eventuali malattie contagiose come la banale scabbia, che gestita nell'ambito della comunità, comporta contagi o, al contrario, l'isolamento dei ragazzi che invece hanno bisogno di stare con gli altri" spiega a Primocanale il difensore civico e garante per l'infanzia e l'adolescenza, Guia Tanda. "Si parla infatti di ragazzi che hanno problematiche importanti, hanno visto cose orribili e se non sono presi in carico subito, possono portare a situazione di disagio nella coabitazione di altri ragazzi tanto da poi rendere difficile attuare quel processo di integrazione che costituisce poi la logica dell'accoglienza".

Senza questo primo step possono diventare ragazzi che non si fidano degli adulti - e ce ne sono tanti -, giovani che scappano da una comunità all'altra e non si riesce veramente a fare un progetto individualizzato: "Nel momento in cui esistono problematiche sociosanitarie il tutore, che è la persona con cui i giovani si rapportano, resta sfornito di strumenti per portare a termine il suo compito. Avere la possibilità di un appoggio e di una presa in carico di questi ragazzi è fondamentale". Attualmente i minori stranieri non accompagnati in Liguria sono 576, di cui 97 presi in carico con 80 tutori volontari (un tutore può avere sino a 3 tutele), ma, spiega Tanda, "in realtà i minori sono di più, poiché attualmente, in giacenza presso il Tribunale dei Minori, ci sono 102 fascicoli".

Cosa c'è all'interno dell'ambulatorio 

  • Struttura ambulatoriale dedicata a un primo screening sanitario rivolto ai minori in emersione al fine di individuare precocemente e in termini di prevenzione eventuali problematiche sanitarie d’impatto sulla salute del minore e sulla collettività (screening sulle patologie infettive, parassitosi, patologie acute o croniche e valutazione della situazione vaccinale). A regime, saranno presenti un medico referente, un medico ambulatoriale, assistenti sanitari e infermieri, nonché mediatori interculturali. 
  • Equipe multidisciplinare sociosanitaria di presa in carico continuativa con competenze in ambito psicologico e neuropsichiatrico con un approccio psicotraumatologico e transculturale. Nel gruppo di lavoro, a regime, saranno presenti neuropsichiatri infantili, psicologi, assistenti sociali, educatori e mediatori interculturali.

Dopo il primo screening, quando c'è la necessità, si passa alla fase successiva

Elisa Malagamba, Dirigente della Direzione Servizi per la Fragilità e Vulnerabilità Sociale del Comune di Genova, traccia un primo bilancio dell'attività dell'ambulatorio, attivo dal 30 settembre 2024: "Nei mesi di ottobrenovembre dicembre scorsi l'ambulatorio ha preso in carico 60 giovani migranti; nel 2025, sono già 120 i ragazzi che hanno effettuato uno screening sanitario in entrata e, laddove è stata evidenziata la necessità di una presa in carico socio-sanitaria integrata, sono passati alla fase successiva. Quello di 'Nuove Prospettive' - prosegue Malagamba - è un modello unico, creato ad hoc per fronteggiare il contesto genovese, in cui vogliamo seguire la cura dei ragazzi ma, al contempo, anche arricchire il loro percorso con delle azioni di interazione con il resto della collettività e con tutta la rete del sistema. Siamo sotto osservazione da parte di Anci nazionale e del Sai nazionale per una verifica dell'impatto e degli indicatori di questa progettualità che può essere presa come buona prassi anche per le altre città. Come tutti i progetti innovativi è necessario instaurare una collaborazione tra Istituzioni per andare lontano, e in questo caso, il ruolo di Anci è funzionale per osservare quello che succede a Genova e promuoverlo a livello nazionale".

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