Sport

4 minuti e 35 secondi di lettura
di Emanuela Cavallo

Luca Gotti, terzo allenatore dello Spezia in serie A dopo Vincenzo Italiano e Thiago Motta, si presenta al suo nuovo pubblico: "Perché ho scelto lo Spezia? Fortunatamente e in maniera inaspettata avevo alternative. C'è stato un aspetto determinante, ho parlato con altri club che mi stavano valutando tra altri allenatori. Per me ha fatto la differenza la sensazione che lo Spezia cercasse proprio me, come allenatore e come persona. E tutto questo, al di là di ogni aspetto economico. In maniera anomala, la trattativa economica è durata tre minuti. Mi hanno chiesto le mie idee, senza procuratori e intermediari, come persone normali. Al di là di ogni aspetto economico, c'è stata gratificazione nella sensazione di essere la persona giusta".

ORGANICO - "È una rosa anomala, il percorso che ha avuto questa squadra è anomalo. È una rosa giovane, con poca esperienza globale in Serie A ma con quasi tutti un anno di esperienza importantissima. Ci sono giovani estremamente interessanti, con grandi margini di miglioramento. Qualcuno potrebbe andar via, ma c'è da parte del club la rassicurazione e la volontà di sostituire eventuali partenze e potenziare l'organico dove possibile".

AUTOPRESENTAZIONE - "Sono una persona molto semplice, che viene dal delta del Po, figlio di un operaio e di una casalinga. Semplicità, casa, cultura della campagna, della natura. I valori semplici, della famiglia, del papà, del nonno, della nonna. Sono un entusiasta, che ha fatto i suoi passi uno dietro l'altro e che piacevolmente è sorpreso dalla vita. Io avevo intrapreso un percorso misto da allenatore, interrotto per fare un altro lavoro, il collaboratore, ruolo che mi piaceva molto per la vicinanza e per il calcio, senza avere dell'extra campo, che digerisco con più difficoltà. Ero molto contento di fare il vice e non lo facevo pensando a chissà cosa per il futuro. Ma la realtà poi ti sorprende, si sono verificate alcune situazioni e ora sono in prima linea".

PROGRAMMI - "Lo Spezia è un club con grande integrazione, con passione, di appartenenza. È uno Spezia nostro, che dipenderà tanto dalle caratteristiche dei giocatori, che proverò a mettere nelle migliori condizioni. Ho idee chiare, per semplificare le cose. Voglio una squadra equilibrata e io sono per l'impegno, un dogma che non può mancare in un lavoro così bello. Sopporto male il talento sprecato, così come chi non dà tutto quello che ha. Questa spinta cercherò di averla sempre".

ESPERIENZA - "Quando abbiamo parlato, sembrava che il mercato fosse chiuso, ma questa cosa non mi ha mai spaventato. Quasi era un'opportunità. Era una rosa salva, con entusiasmo che non poteva perdere giocatori. E potevamo lavorare senza confusione, concentrandosi sui ragazzi a disposizione. La cosa più preoccupante era il mercato chiuso in altre finestre di mercato, per aggiustare la rosa. Quest'anno ci saranno due campionati: partire con una rosa che si conosce già e fa 15 partite di fila fino a novembre. Il dispiacere verrà più ai dirigenti, che devono fare il mercato".

NZOLA - "Credo sia l'attaccante giusto per me, ma uso il condizionale. Mi è piaciuto tantissimo due anni fa, lo scorso anno ha avuto meno spazio. A me sembrerebbe un vero primo acquisto. Poi dico che quando cambia un allenatore, pur con il grande riconoscimento che va dato a chi ha dato un grande contributo e ha sudato in passato, le gerarchie si azzerano, e danno a tutti pari opportunità. Nzola, come gli altri, dovrà mettersi in condizione di meritare la fiducia mia e del gruppo. A me piace molto, ma giorno per giorno vedremo cosa succederà. Strelec e Antiste? Vale il discorso di Nzola, io l'ho detto alla società: davanti secondo me lo Spezia è attrezzato. Ha giocatori diversi, che possono integrarsi, loro due sono due ragazzi con grandi margini di miglioramento e su cui sia io che il club puntiamo".

MODULO - "Non sono un integralista, ho sempre ritenuto che i giocatori dovrebbero essere messi nella miglior condizione per esprimersi al meglio. Ho rivisto le partite e mi sono fatto la mia idea. I difensori a disposizione e gli esterni mi fanno pensare ad una difesa a tre, con quinti di un certo tipo. Poi capiremo se quinti o quarti. Sono aperto mentalmente, valuto i singoli e vedremo se staranno nel loro comfort. Poi vedremo. avere un'idea è importante. Poi ad esempio il 3-5-2 della Lazio non è quello dell'Inter o dell'Udinese, ci sono le caratteristiche e gli obiettivi. Il sistema di gioco, nella mia idea, è un'espressione numerica che ci serve per capirci, ma la plasticità con cui andiamo ad affrontare gli avversari fa in modo che tante volte non abbia senso l'espressione numerica. Se nel 4-3-3 ho un terzino alto e uno no magari difendo a tre di più di una squadra con tre centrali".

TIFOSI - "L'espressione retorica 'il dodicesimo uomo', che spesso viene abusata, è una sensazione che ho avuto quando sono venuto a giocare qui al Picco. Il dodicesimo uomo qui c'è. È una componente importante, lo è stata in queste annate, e penso lo sarà anche nel nostro percorso".

FEDELISSIMI - "Mi ha sorpreso leggere articoli con lo Spezia accostato a nomi di cui mai abbiamo parlato. Sono stato sorpreso. Poi che succede, si innesca una scintilla e il giocatore magari ti chiama. Ma non è successo nulla".

PROGRAMMI - "Tutti noi abbiamo l'ambizione di migliorarci, cerchiamo di non adagiarci, di fare una cosa in più, anche simbolicamente. L'ottica deve essere quella del miglioramento. La bellezza della Serie A è la sua difficoltà. Se l'epilogo sarà quello degli ultimi due campionati, ben vengano le previsioni che ci danno retrocessi".