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L'icona della Pro Recco a 84 anni ammette: "Avevo delle doti, mai io mi impegnavo sempre al massimo, dopo trent'anni di agonismo però ora il mio fisico risente dell'usura". Presente in tutti i titoli dei recchellini
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di Michele Varì

RECCO -"Io il Maradona della Pallanuoto? No, perché anche se era un grande atleta come persona ho sempre preferito Pelè".

Ha sempre le idee chiare Eraldo Pizzo, 84 anni, il più grande pallanuotista della storia, recchellino e icona della Pro Recco
che le oltre settanta coppe esposte nella piazza del paese del golfo Paradiso nel giorno della presentazione della squadra più titolata del mondo le ha vinte tutte, da giocatore o da dirigente.

"Si diciamo che ho avuto la fortuna di averle vinte tutte
" rimarca con orgoglio Pizzo che da giocatore era definito "il Caimano" per la grande acquaticità e grinta.
"Ho iniziato a giocare a pallanuoto e non ho praticato altri sport perché nel dopoguerra andavo dietro a mio fratello più grande di me di quattro anni che giocava a pallanuoto, lui andava alla spiaggia, a quei tempi si giocava in mare d'estate, e ho avuto la fortuna di avere delle doti particolari e mi sono distinto nella pallanuoto che devo dire mi ha dato molte soddisfazioni".


Come si può spiegare il miracolo Pro Recco, una squadra di una cittadina di 9 mila abitanti che nel mondo ha vinto più di tutti?

"E' vero, l'inizio è stata una cosa travolgente, i primi dieci, dodici titoli li abbiamo vinti praticamente con tutti ragazzi di Recco, poi andando avanti il mondo cambia, è cambiato tutto, ma noi abbiamo avuto sempre un carattere determinato, siamo sempre stati bravi e fortunati ad avere dirigenti sempre di altissimo livello e anche adesso la nostra "fortuna" è avere un dirigente come il signor Volpi che ci supporta e ci dà la possibilità di andare ancora avanti per cercare di vincere il più possibile".

Pizzo non entra nel merito dei singoli dell'attuale rosa della Pro Recco

"Squadra completa, si ci sono quelli più bravi, adesso non si vince più con i singoli ma tutti insieme e questa qui è una squadra".

I ragazzi amano sempre la pallanuoto?

"Qui in Liguria certamente, da altre parti vedo che c'è un po' più di difficoltà, da noi la pallanuoto, sembra un gioco di parole, è lo sport nazionale, qui tutti i paesi giocano a pallanuoto"

Quanti sacrifici ha fatto per la pallanuoto?

"Li ho fatti tutti e li sto pagando fisicamente perché adesso mi escono tutti i problemi per avere approfittato del mio fisico per oltre trent'anni, oltre l'età avverto l'usura delle gambe e delle spalle, io ho sepre messo l'impegno al primo posto, volevo sempre vincere e anche negli allenamenti mi impegnavo sempre al massimo e se non avevo voglia di impegnarmi stavo seduto in panchina".

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