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Intervista con il discesista azzurro
2 minuti e 31 secondi di lettura
di Matteo Rossi

La voce degli sciatori liguri su primocanale.it. Un qualcosa che riporto con piacere essendo, anch’io, parte di quel mondo. Dunque, fiero e grato per avere l’occasione di confrontarmi con alcuni miei “colleghi”. L'ultima volta è successo qualche giorno fa quando ho avuto la fortuna di condividere alcune gare di supergigante con Matteo Franzoso: genovese, classe 1999 specialista della velocità. Un'amicizia che prosegue da oltre un biennio come testimoniato dall'archivio di primocanale.it:  (dal 2021, https://www.primocanale.it/archivio-news/229665-matteo-franzoso-supergigante-vittoria-della-tappa-del-circuito-gran-prix-a-santa-caterina.html. Una sciata insieme e la successiva salita in seggiovia sono state la metodologia migliore per un'intervista in pista.  

A dicembre la stupenda vittoria in coppa Europa. Come sono stati i due mesi successivi?
"Quest’anno, a novembre e dicembre, sono stato due mesi in America per la Coppa del Mondo. Purtroppo, non è iniziata nel migliore dei modi. Sono caduto subito alla prima gara ed è stata un po’ una scossa. Da lì in poi ho un po' faticato a riprendermi. Facevo magari dei tratti di gara molto bene e, poi, mi perdevo in un niente. E' servita pazienza per adattarmi ai ritmi del “Circo Bianco”, girando tra pulmini e aeroporti. Sono molto contento, però, d'aver iniziato in questo nuovo mondo. Non è facile, ma sono soddisfatto. Bisogna continuare ad andare avanti e mettere insieme tutti i tratti di una gara per potermi anche confrontare con i più bravi".

Hai fatto ormai 10 gare in Coppa del Mondo. Quale è stata la gara più difficile e quella più faticosa?
"Gara più difficile Bormio. È ormai il secondo anno, ma quest’anno era veramente tosta soprattutto in Super-G. Sciavamo sul ghiaccio vivo e nel muro finale si faceva fatica a stare in piedi da quanto fosse ghiacciata. Poi quel pendio ha tutte le difficoltà dello sci alpino: pendenze, salti, curve strette, diagonali ed è lunga quasi 2 minuti. Insomma, decisamente tosta. Anche se la discesa libera di Wengen è la cosa più faticosa che abbia mai fatto. In Coppa Europa la gara è molto più corta. Quando sono arrivato alla fine della Coppa Europa mi sono detto “Belin, manca ancora un minuto”. E quando sono arrivato all’arrivo, mi sono lanciato per terra perché non mi tenevano più le gambe".

Che programmi hai per il fine stagione?
"Ho ancora qualche gara di Coppa Europa, in Norvegia, e poi ho i Campionati Italiani Assoluti a La Thuile. Dunque, un fine stagione ancora molto lungo e importante. Dovrò mettere insieme una gara fatta bene per cercare di togliermi ancora qualche soddisfazione".

Obiettivi per la prossima?
"Trovare più continuità. Devo cercare di migliorarmi sempre e trovare una mia dimensione in Coppa del Mondo. Sarà anche importante cercare di stare regolarmente nei primi 30 in modo da migliorare il mio pettorale di partenza".

Purtroppo, la seggiovia di San Pellegrino è molto veloce. Pertanto, la nostra chiacchierata non è durata molto. Anche se, dal 7 all’11 marzo a Bardonecchia, ci rivedremo per l’ultima tappa del Campionato Italiano Grand Prix. Con l’auspicio di prendere un’altra seggiovia insieme, il migliore "in bocca al lupo" a nome di tutta la redazione di Primocanale.

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