GENOVA - Negli occhi delle migliaia di tifosi rossoblù prima allo stadio o davanti alla tv, poi per le vie del centro fino in piazza De Ferrari, restano indelebili le immagini della festa promozione. E allora è il momento di gioire e di rivedere a ritroso una stagione che è stata non senza problemi e con svolte pericolose ma alla fine azzeccate.
Di Blessin si è parlato e detto molto e non c’è niente da aggiungere. Il mister tedesco ha lasciato il Genoa dopo in un novembre drammatico fuori dalla promozione diretta e con un gioco che faceva pensare male persino ad entrare nei playoff. Gilardino inizialmente ad interim ha accettato la scommessa con serietà e coraggio. I primi successi hanno dato coraggio, ma soprattutto a Bari è arrivata la consacrazione per lui e la fiducia verso la squadra. Martinez va in porta per Semper colpito da influenza. Pareva una sciagura e invece li si scopre in portiere straordinario grazie alla parata di Salcedo al 90’. I rossoblù vincono e annullano lo svantaggio sulle pretendenti per la A.
Ma a Bari c’è anche la svolta tattica di Gila che nella ripresa passa al 3-5-2 che da quel giorno resterà il marchio di fabbrica del Griifone. Come però non dimenticare il gol di Puscas a pochi secondi dal termine a Benevento su cross di Sabelli che il rumeno manda in rete con un volo altissimo con colpo di testa da urlo. Il Genoa da lì in avanti inciamperà solo a Parma e in casa subisce un gol appena proprio con l’Ascoli nel match di sabato scorso che rappresenta l’apoteosi. Un bunker che fa dire a Vogliacco la verità: “Con Gilardino siamo tornati a giocare a calcio”.
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IL COMMENTO
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