MILANO - Dejean Stankovic usa poche parole per commentare il ko per 5-1 dei suoi a San Siro contro il Milan: "In questo momento è un altro sport, si è vista tutta la differenza. Noi retrocessi, loro che lottano per un grande obiettivo. A questi livelli, anche una diagonale sbagliata fa la differenza". Stankovic rincara sulla situazione societaria della sua Samp: "Quando mi alzo alla mattina, mi dico che ho dato tutto. Ma le difficoltà sono aumentate giorno dopo giorno. A me piace soffrire e lottare, ma non siamo fatti di piombo. Dio ti dà un peso perché sa che puoi portarlo, ma le cose qui sono sfuggite dal controllo".
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Stankovic non esita nel definire "i tifosi l'unico raggio di sole che illumina questa società. Li ho ringraziati tanto durante l'anno per la loro passione. Il club non merita di stare dove sta. I tifosi sono stati i migliori da che sono arrivato".
Il match di San Siro ha visto il ritorno al gol di Quagliarella, a fine partita un grande abbraccio tra Stankovic e il capitano blucerchiato. "Quel che gli ho detto, ce lo teniamo per noi", spiega l'allenatore doriano. "Ma Fabio non poteva scegliere posto più bello dove segnare un gol. Quando vedi che anche gli avversari si alzano in piedi per applaudirti, sai di avere dato tanto al calcio italiano. Ora non la gamba dei giorni migliori, ma i suoi movimenti raccontano quanto fosse grande. Spero che segni anche nell'ultima partita a Marassi: non ha mai avuto un comportamento fuori posto e mi auguro che resti nel calcio, perché ha tanto da insegnare".
Il tecnico serbo parla di quanto vissuto in questi mesi e di quello che potrebbe essere il suo futuro: "Ogni giorno è stata una sfida importante, innanzitutto con me stesso. Ora non ho paura del futuro, perché non ho paura di non avere successo: ho vissuto tante cose belle nella carriera e nella vita privata. Crederò sempre nel lavoro e nella responsabilità, ma voglio essere giudicato come allenatore".
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