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Bobby Gol è il simbolo dell'epoca d'oro del club al fianco di Vialli: "E' stata la mia vita"
3 minuti e 57 secondi di lettura
di Marco Bisacchi
Roberto Mancini, la maglia numero 10 simbolo della Sampdoria

Buon compleanno Roberto Mancini. Oggi compie 60 anni uno degli ex calciatori più importanti e rappresentativi della storia della Sampdoria. Anzi, forse in senso assoluto il più rappresentativo di tutti. Non solo per i numeri – visto che Mancini ha vestito la maglia blucerchiata dal 1982 al 1997 negli anni migliori della storia del club, con 424 presenze e 132 presenze nella sola serie A e una lunga serie di successi tra cui lo storico scudetto del '91 – ma anche per il legame profondo e sincero di Bobby Gol col mondo sampdoriano. Un legame rimasto inalterato rispetto a quegli anni, anzi se possibile diventato ancora più solido col passare del tempo. Quell'abbraccio col gemello Gianluca Vialli nel 2021 a Wembley per la vittoria dell'Europeo con la nazionale – quando entrambi erano tornati insieme in azzurro anche se non più da calciatori – rimane immagine indelebile e bellissima del profondo legame non solo sportivo ma anche e soprattutto umano di Mancini col mondo Samp, non solo in riferimento a quelle stagioni magiche e probabilmente irripetibili. “Una vittoria che dedico a Paolo Mantovani e ai sampdoriani” le parole che lo stesso ex ct azzurro disse quella notte a Londra, ripensando a quella sconfitta col Barcellona in finale di Coppa dei Campioni con la Sampdoria nel 1992.

Gli amici di una vita

Oggi i messaggi di auguri per Roberto Mancini sono tantissimi, arrivano da ogni parte del Mondo e arrivano soprattutto dal mondo sampdoriano. I tifosi blucerchiati lo hanno visto a Marassi l'ultima volta lo scorso 5 maggio quando – in occasione della gara con la Reggiana – la Sampdoria volle omaggiare l'ex allenatore Sven Goran Eriksson, malato da tempo e scomparso pochi mesi più tardi, con gli applausi commossi del pubblico e la presenza di tanti suoi ex calciatori. Tra cui Roberto Mancini, naturalmente. E anche il Mancio in quel giorno – al fianco di Eriksson – fu in qualche modo al centro della scena. Tanti ricordi, tanti sorrisi, tanti amici di un tempo conosciuti a Genova e che sono rimasti amici anche negli anni successivi. Ma anche tanto dolore: non solo per la scomparsa di Eriksson, non solo per la scomparsa del gemello Gianluca Vialli e compagno di una “Bella stagione” che resta indimenticabile, ma anche per l'addio a un altro grande amico – alla Samp e non solo – come Sinisa Mihajlovic.

Epoca d'oro

“Sono rimasto 15 anni. Abbiamo raggiunto tutti i record immaginabili con la Samp, quando giocavo io. E' stata la mia vita” ha detto Roberto Mancini oggi in un'intervista a Il Giornale. Con l'immancabile ricordo di Paolo Mantovani: “Un presidente meraviglioso. Costruì una squadra incredibile. Eravamo uniti, vivevamo uniti, vivevamo tutti per la maglia. Abbiamo vinto uno scudetto, siamo arrivati in finale di Coppa Campioni, 15 anni di vista stupenda. Non posso non citare il direttore sportivo Paolo Borea che dal Bologna mi ha portato a Genova. A Genova sono nati i miei figli, Filippo, Andrea e Camilla. E dove è nata la mia straordinaria e indissolubile amicizia con Gianluca Vialli. Nel 1993, con la morte di Paolo Mantovani, finì un'epoca. Rimasi altri quattro anni. Poi andai alla Lazio”.

Aria di casa

Roberto Mancini è di casa a Genova, dove torna sempre volentieri. Lo ha fatto anche negli ultimi anni quando – pur impegnato con la nazionale araba dopo l'addio alla nazionale azzurra – non ha mancato di far visita a quella che di fatto sarà sempre casa sua. L'anno scorso tra l'altro a Bogliasco era di casa il figlio Andrea Mancini, altro blucerchiato doc e ormai ex direttore sportivo della Sampdoria (oggi lavora al Barcellona nel settore tecnico di Deco): il suo lavoro nell'anno della ripartenza societaria dopo il fallimento evitato in extremis è stato positivo ed anzi il giudizio è persino migliorato nella percezione (basti pensare a Pedrola, Leoni, Sebastiano Esposito, Ghilardi, Facundo Gonzalez, Stankovic e non solo) rispetto alle attuali mosse di una Samp traballante, col mercato poco convincente dell'attuale ds Accardi e con l'attuale allenatore Sottil scelto a fine agosto per il dopo Pirlo.

Una porta aperta

Roberto Mancini e Genova, Roberto Mancini e la Sampdoria. Un legame profondo, storico e di cuore. Non è un mistero che il Mancio tifasse per il gruppo Vialli quando il suo gemello – era il 2019 – provò ad acquisire il club blucerchiato dall'ex proprietario. Non è un mistero che il Mancio – come confermò lo stesso Matteo Manfredi lo scorso 25 marzo – favorì l'incontro dell'attuale proprietà doriana con un importante esponente del mondo arabo per far crescere la società, per rilanciare davvero la Sampdoria. Uno scenario che forse non ebbe seguito ma che certo non spegne la speranza, non solo di Mancini ma anche e soprattutto dei tifosi sampdoriani, che un giorno Roberto possa tornare a Genova, possa tornare in blucerchiato da protagonista. Magari con tanti ex di quel periodo, con tanti amici dell'epoca d'oro genovese. E allora buon compleanno di cuore Roberto Mancini, un sampdoriano per sempre.

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