politica

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 In questo clima di crescente tensione sociale un atto di conciliazione è un obbligo più che un desiderio rivolto alla comunità nella sua interezza. La cittadinanza è un diritto che conferisce dignità alla persona e la dignità è uno strumento di relazione che ha una funzione sociale all’interno di una comunità capace di rigenerarsi grazie a nuove categorie che fanno già parte di una nuova nostra cultura.


Con questo spirito si è tenuto un incontro organizzato presso la Casa della Musica di Genova dall’Associazione Nuovi Profili e il Movimento Fratelli e Fratellastri sulla presentazione della Proposta di Legge per la Cittadinanza onoraria ai bambini nati in Italia. Tra i relatori Alketa Llani, vicepresidente dell’associazione Nuovi Profili, Simohamed Kaabour e Alex Ciavarino esponenti del movimento Fratelli e Fratellastri, con la partecipazione di Angelo Cifatte, portavoce della Tavola della pace Liguria,  Enrico Musso, consigliere comunale,  Maddalena Bartolini, consigliere comunale, Marianna Pederzolli, consigliere comunale, Francesca Vadalà, Chiara Zingaretti e Francesca Arba del Ufficio Servizio Civile del Comune di Genova.


Incontro come primo atto di una campagna diretta a sensibilizzare il Sindaco Doria e la sua Giunta per orientare Genova a essere d’esempio alla Nazione, riconoscendo pubblicamente la cittadinanza “onoraria” ai bambini di origine immigrata nati e/o cresciuti nel capoluogo ligure. .Studi di settore del 2011 attestano al numero di 50.415 (8,3%) stranieri residenti a Genova con picchi rilevanti per i minori di età compresa tra 0 – 4 anni (17%). 


Questi dati tendenti al rialzo non possono essere non considerati da un Comune che si è sempre fatto avanti in tema di diritti nel campo sociale. Il conferimento di una cittadinanza onoraria potrebbe portare ad un accezione diversa soprattutto in campo linguistico eliminando la nomea di “straniero” immediatamente bollata ad un bambino che è nato, è cresciuto in Italia ed in particolar modo nel territorio genovese e che spesso non conosce il paese d’origine dei suoi genitori.


Tutti i consiglieri presenti hanno confermato che i tempi sono maturi per un passo in avanti verso il riconoscimento di una cittadinanza plurale che reinterpreta l’appartenenza nazionale e che tale proposta sarà accolta anche da altre appartenenze politiche.