
"La situazione del servizio di fognatura e depurazione - osserva Federutility, la federazione che riunisce le aziende - é una vera e propria emergenza nazionale. Il mancato adeguamento configura una generalizzata situazione di illegalità".
La Corte - per una procedura di infrazione iniziata nel 2004 - ha previsto, oltre alla richiesta di un intervento rapido per sanare la situazione, possibili sanzioni che possono arrivare fino a 715.000 euro al giorno per ogni giorno di ritardo nell'adeguamento, una somma forfettaria per un minimo di 10 milioni di euro, e anche l'eventuale sospensione dei finanziamenti europei. La direttiva europea del 1991 - che indicava come prima scadenza per l'adeguamento il 1998 - fissa gli standard per la tutela dell'ambiente e la salute dei cittadini con un regolamento per il trattamento delle acque reflue.
La procedura riguarda anche grandi centri urbani come Trieste, Reggio Calabria, Messina, Catania, Palermo, Napoli est e tocca quasi tutte le regioni d'Italia; in Sicilia il maggior numero di aree non in regola. Nel 2009 un'altra procedura ha posto sotto infrazione l'Italia per le aree sensibili; in questo caso la Lombardia guida la classifica con 162 località.
IL COMMENTO
Dai dazi di Trump al voto per Genova, quando il mondo va alla rovescia
"Ti ricordi Bilancia?" 17 vittime scelte per odio e per caso