politica

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"E' un tema lontano dai temi delle politiche sociali": così l'assessore genovese Paola  Dameri liquida la vicenda delle bollette di gas e acqua non pagate per anni dal campo  nomadi di Bolzaneto. "Prima pagavamo, poi otto anni fa abbiamo minacciato di andarcene, e da allora non abbiamo più pagato", spiegavano al microfono di Emmanuele Gerboni  gli abitanti del campo.

La vicenda è delicata, perché sul tema dei campi nomadi le tensioni sul territorio non mancano. E però dire che si tratta di "una questione solo amministrativa, lontana dalla questione delle politiche sociali" a mio avviso è un grande errore: è proprio lo sviluppo congiunto di diritti e doveri il primo passo verso l'integrazione.

Rimandare tutto al Municipio, come fa l'assessore Dameri intervistata da Primocanale, sembra una resa, un modo per non trattare di petto una questione molto semplice: questa giunta considera giusto che una parte della popolazione genovese (perché dopo  anni di stabilità non si capisce che senso abbia chiamarla "nomade") possa non pagare le bollette?

E' una domanda semplice, senza retropensieri intolleranti o xenofobi. Ma il rischio, lasciandola senza risposta o minimizzandola, è che chi questi pensieri li alimenta possa trovare terreno fertile nell'ingiustizia delle regole applicate in maniera diversa: pesantissima per chi ha sempre pagato, lassista per chi non paga da otto anni. Questa vuole essere la giunta dei diritti, ma forse dimentica che non ci sono diritti senza doveri, e tra i doveri di un cittadino c’è anche quello banale, banalissimo, di pagare le bollette.