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Se ne va sbattendo la porta, in polemica con gli ormai ex compagni di partito che, dice, gli hanno fatto la guerra “perché avevano paura della sua forza elettorale”. Stefano Quaini lascia il Consiglio regionale, dove era entrato nel 2010 con Italia dei valori per poi passare al gruppo di Vendola. Ora l’addio a Sel. A fare infuriare l’ormai ex consigliere, che annuncia una querela, sono state le dichiarazioni del segretario savonese del partito, che aveva parlato di un collaboratore di Quaini che avrebbe avuto simpatie di destra: «C’è della gente che si è permessa di accostare il mio nome all’estrema destra: ne risponderanno nelle sedi competenti».

Non solo l’addio a Sel, ma le dimissioni da consigliere regionale per tornare a fare il lavoro di anestesista; un addio alla politica che è anche una prima assoluta («Mi hanno chiamato media nazionali per parlarne, ma ho detto di no»), e che Quaini spiega così: «Facendo il medico sono abituato che se somministro un farmaco agisce in 30 secondi, qui i tempi sono di anni. La politica mi ha deluso».

Sei leggi regionali e una cinquantina di interrogazioni sulla sanità: questo il bilancio dei tre anni da Consigliere regionale di Quaini, che ora tornerà a fare l’anestesista. Dell’esperienza in Regione resta però anche il caso delle spese pazze in Consiglio regionale, che ha travolto il gruppo di Italia dei valori. «Sui conti dei gruppi serve più chiarezza», dice l’ex consigliere, che chiama in causa la commissione di controllo delle spese: «Se delle spese sono state ritenute valide questo è un problema. C’è un organo retribuito, la magistratura chiarirà se ha fatto il suo lavoro».