cronaca

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"L’Italia corre un rischio irrimediabile e fatale. Sventarlo dipende da noi e dalle scelte che assumeremo in aula, dipende da un si o da un no. La crisi significherebbe di nuovo rinviare i tanti problemi concreti del paese. Serve un nuovo patto per una nuova maggioranza".


Così il presidente del Consiglio Enrico Letta, indirizzando all’Aula del senato le comunicazioni che si concluderanno con la richiesta del voto di fiducia. Intanto da parte del PDL ha preso un orientamento preciso: deciso il no alla fiducia nei confronti del Governo Letta, mentre sembrava che in mattinata ci potessero essere delle aperture



Il premier parla accanto al ministro per Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini.  Poco prima dell'inizio della seduta, Mario Monti si è avvicinato a Letta per un breve saluto. Per lui anche una stretta di mano da parte di Salvo Torrisi, senatore del Pdl che potrebbe votare la fiducia al governo. Tra i ministri non si vedono facce tirate: ci si scambiano sorrisi e pacche sulle spalle e Letta appare gioviale: sembra scherzare a distanza con i cronisti ed i fotografi che gremiscono la tribuna.


Ancora Letta: "Gli italiani ci urlano che non ne possono più di 'sangue e arena', di politici che si scannano e poi non cambia niente. Solo chi non ha le spalle larghe finisce ostaggio della paura del dialogo.  Il mio governo è nato in Parlamento e se deve morire deve morire qui, in Parlamento. La nostra repubblica democratica si fonda sullo stato di diritto. In uno stato democratico le sentenze si rispettano, si applicano, fermo restando il diritto intangibile" della difesa. Ma "senza trattamenti né ad ad né contram personam".


"Se si tornasse al voto con il Porcellum - secondo Letta - ci troveremmo di nuovo con le larghe intese perché non si produrrebbe una chiara maggioranza. Oggi in poco tempo possiamo riformare la politica: i provvedimenti sono all'esame del Parlamento, se rapidamente discussi faremo una svolta con la pubblica opinione. Il tempo di attesa è scaduto".


Sul programma di riforme - sottolinea il premier in Senato - il "comitato dei saggi ha completato" una bozza di riforma "equilibrata e ambiziosa" senza "golpe o stravolgimenti della carta costituzionale": ci "sono le condizioni di chiudere in anticipo e completare percorso di riforma in 12 mesi da oggi". 'Il nostro obiettivo dichiarato da tempo - dice - è l'aumento di un punto di Pil nel 2014 e spero che la legge di stabilità sia l'occasione per dimostrare che il cambiamento in atto ma senza arretrare nel risanamento della finanza pubblica'.


"Coraggio e fiducia - conclude Letta - è quello che vi chiedo. Mi appello al parlamento tutto, dateci la fiducia per realizzare gli obiettivi. L'Italia può arrivare forte e credibile al 2014, ma non c'è influenza senza credibilità, stabilità politica e obiettivi chiari".