Ore d'attesa per i nuovi risvolti nell'inchiesta sulle spese pazze in Regione Liguria tra il 2010 e il 2012 che ha portato all'arresto ai domiciliari dell'ex vicepresidente della Regione Nicolò Scialfa.
Collant di cachemire, una cena da mille euro per 20 coperti, cornici e cravatte, vini francesi e liquori, fiori, biglietti da visita per 650 euro, libri di Leopardi e Grisham ma soprattutto cene, consumazioni e rinfreschi per un totale di oltre 5.800 euro in poco meno di 3 mesi. Il tutto con scontrini 'frazionati' per 'mascherare - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare a carico dell'ex vicepresidente della Regione Liguria e allora capogruppo dell'Idv Nicolo' Scialfa - e confondere l'acquisto".
Come per esempio l'acquisto di alcuni regalini in un esercizio commerciale in provincia di Enna per una spesa di 270 euro suddivisa in 8 scontrini separati e inseriti tutti nel rendiconto o gli esborsi per le mutande, il parrucchiere, la profumeria fatti passare come spese postali, telefoniche o di cancelleria. Nell'ordinanza tutte le spese vengono sottolineate una per una: e cosi' si viene a sapere che per la ristorazione dal 16 agosto 2010 al 31 dicembre 2010 Scialfa ha speso, e rendicontato, 5.864,12 euro. Per i libri ha speso un poco meno: a parte un testo da 150 euro, un romanzo di Grisham e un testo di Leopardi per un totale di circa 40 euro. Per quanto invece riguarda l'abbigliamento, gli accessori, la cancelleria e l'argenteria sempre secondo la ricostruzione della Gdf riportata nell'ordinanza, Scialfa ha speso dal 21 giugno 2010 al 29 dicembre 2010 3.758,63 euro: camicie, cravatte, berretti, un collant di cachemire, piccoli oggetti d'argento, casalinghi e infine anche una cartella da 650 euro. Tutto questo nel 2010. Nel 2011 le spese aumentano: per la ristorazione Scialfa spende 14.829,34 euro, compresa la spesa al supermercato dove acquista spumante Ferrari e liquori fino all'acquisto di 251 bottiglie di vino in Francia per un totale di 3.706 euro. E proprio in merito a questa fattura c'e' la contestazione del reato di peculato per distrazione a carico dell'ex vicepresidente della Regione perche', cosi' come affermato da due testimoni, Scialfa pago' quel vino 'solo' 1.120,80 euro. Quella fattura in piu' e' pure oggetto di una intercettazione telefonica nella quale Scialfa da' del cretino al commercialista che invece di 'buttare quella fattura se l'e' portata a casa e ora che gliel'hanno trovata mi ritrovo sbattuto in prima pagina'. Tra i libri acquistati nel 2011, per un importo pari a 1.457,77 euro, oltre a abbonamenti ai quotidiani locali anche una decina di copie del libro 'Il club degli incorreggibili ottimisti'.
Oltre a quelle di Scialfa vengono elencate anche le altre spese rendicontate dagli altri indagati: quelle di Marilyn Fusco che spende tra l'altro 85 euro di biancheria intima e 375 euro di portachiavi, o i biscotti e gli strumenti chirurgici, i modellini e i giochi, e 174 euro spese in un botto solo al bar da Stefano Quaini.
PERQUISIZIONI DOMICILIARII PER ALTRI 3 CONSIGLIERI - Nei confronti di Scialfa, indagato per peculato, falso e truffa aggravata, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno anche perquisito altri tre consiglieri regionali indagati nell'ambito della stessa indagine: si tratta di Marilyn Fusco e Stefano Quaini entrambi ex Idv, e di Maruska Piredda attuale capogruppo in Regione dell'Idv. Perquisizioni domiciliari a Genova e nelle provincie di Savona, Milano e Pistoia, nelle abitazioni di Fusco, Quaini, Piredda, indagati per falso documentale, peculato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, i consiglieri regionali indagati avevano rendicontato tra i costi personali sostenuti con i contributi della Regione Liguria spese non pertinenti all'attività politica o di funzionamento del gruppo per un importo di poco superiore a 100 mila euro.
SPESI 70MILA EURO SENZA GIUSTIFICAZIONI - La Procura contesta a Scialfa di essersi appropriato di 70 mila euro usciti dai fondi del gruppo senza giustificazioni. In particolare Scialfa, per comprovare l'uscita dei soldi, avrebbe falsificato le firme di consiglieri regionali nonché anche del tesoriere Giorgio de Lucchi, anche lui indagato.
Scialfa, che all'epoca dei fatti era capogruppo dell'Idv, ora consigliere del gruppo Diritti e Libertà, nato dalla scissione interna al partito di Di Pietro, è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare chiesta dal procuratore aggiunto Nicola Piacente e firmata dal gip Roberta Bossi. E' accusato di peculato e falso in atto pubblico.
UN ANNO FA SCIALFA DISSE: "SONO INNOCENTE" - "Mi sento male ma non mi dimetto. Sono innocente, se ho fatto errori di valutazione ne parlerò con i giudici e mi assumerò tutte le mie responsabilita'''. Così, esattamente un anno fa, l'allora vicepresidente della Regione Liguria Niccolo' Scialfa, commentò l'iscrizione da parte della Procura di Genova del suo nome nel registro degli indagati.
IL PROCURATORE PIACENTE RICORRE CHIEDENDO L'ARRESTO DI DE LUCCHI - Il procuratore aggiunto Nicola Piacente ha presentato ricorso al tribunale del Riesame di Genova per ottenere l'arresto di Giorgio De Lucchi, il contabile dell'Idv per cui il gip Roberta Bossi ha ritenuto insussistenti le esigenze cautelari. Secondo il pm, De Lucchi, indagato di peculato e falso, e' nella posizione di reiterare i reati che gli vengono ascritti a causa di ruoli professionali che ricopre.
cronaca
Spese pazze in Regione, dopo l'arresto di Scialfa spunta la 'tecnica dello scontrino'
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