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Nei prossimi giorni, al Carlo Felice, arriveranno i primi cinque milioni (su un totale di circa 11) della quota del FUS 2014. Potrebbe trattarsi di una boccata d'ossigeno per le asfittiche casse del teatro lirico genovese ma il condizionale è d'obbligo perché l'importo potrebbe essere direttamente dirottato all'Inps, lasciando inalterata la liquidità del Teatro.


La Fondazione deve infatti all'Istituto di Previdenza quasi 6 milioni di contributi non versati e la legge prevede che i creditori pubblici vengano pagati per primi. Quindi, a meno di accordi diversi, tutti gli altri creditori dovranno attendere i prossimi finanziamenti. A cominciare dalla Siram, l'azienda che garantisce la manutenzione, creditrice di una somma che si aggira intorno ai 3 milioni e che potrebbe arrivare a ritirare il proprio personale nelle prossime settimane, nel caso non venisse pagata almeno una parte.


Poi si attendono i contributi pubblici: il Comune verserà circa 2 milioni e trecentomila euro, la Regione un milione ma dal momento che i conti continuano a non tornare è urgente che si arrivi a una definizione nell'ambito del finanziamento previsto dalla legge Bray. Trieste e Firenze ( i teatri più solleciti nel preparare la documentazione richiesta) hanno ottenuto già a dicembre scorso una prima tranche sulla parte di fondi stanziati dalla legge per la gestione corrente 2013. Per il Carlo Felice, al quale potrebbero arrivare sei o sette milioni, è invece ancora in definizione la pratica e manca soprattutto un accordo con i sindacati che costituisce una delle clausole fondamentali per l'accesso al prestito.