Il turismo della Liguria bocciato da una ricerca commissionata da imprese e sindacati del settore.
"Manca una chiara politica di governance capace di coordinare il sistema della promozione turistica a livello regionale". Lo afferma l'Ente Bilaterale del Terziario Liguria che ha commissionato al Cescot, il centro studi di Confesercenti un'indagine. Dall'ascolto di circa 100 imprenditori liguri del settore, emerge che "la governance del turismo in Liguria raccoglie una maggioranza di giudizi insufficienti, il 43%, mentre migliore è la percezione del ruolo esercitato dai Comuni, decisamente positivo per 41% degli intervistati, comunque utile per il 23% e inadeguato soltanto per il 9%".
Secondo l'indagine la governance regionale è utile per il 15% e positivo per il 23% degli intervistati, inadeguato per il 19% e insufficiente per il 43%. Una cosa negativa è ritenuta la mancanza di innovazione delle imprese. Per il 65% del campione, infatti, l'offerta turistica ligure continua ad essere prevalentemente di tipo tradizionale, ed il 45% giudica ininfluente l'azione di marketing territoriale. Responsabilità da ricercarsi a più livelli: gli investimenti pubblici sono ritenuti insufficienti dal 79% degli intervistati e quelli privati dal 72%; per il 66% dei soggetti coinvolti dalla ricerca, manca una vera strategia di sistema. E sempre in tema di marketing territoriale, altri due dati sono indicativi di quanta strada ci sia ancora da fare: una percezione del brand Liguria che negli ultimi due anni non è cresciuta &ndash considerandola ancora insufficiente (42%) o nulla (15%) il 57% degli intervistati, dato pressoché identico al 56% di pareri negativi registrati nel 2012 e la convinzione condivisa dal 64% degli addetti ai lavori che sia necessaria una migliore programmazione, quando due anni fa solo il 43% la pensava in questo modo ed il 22% riteneva si fosse già raggiunto un buon livello, mentre oggi gli ottimisti sono scesi al 15%.
Molto negativo il giudizio sugli Stl, esperienza che il 46% del campione valuta inadeguata ed il 38% insufficiente. Emblematica, poi, la risposta che privati e amministratori danno alla domanda principale della ricerca, vale a dire se davvero il turismo possa essere il motore della ripresa: il 69% la pensa così in prospettiva futura, ma solo il 22% crede che il settore abbia già oggi le carte in regola per assolvere a tale ruolo. "A fronte di un sistema industriale in continua contrazione, il turismo può e deve diventare il principale motore di crescita del paese, - sottolinea la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise - soprattutto in una regione come la Liguria in cui il settore ha la potenzialità per raggiungere il 10-12% del Pil, rispetto ad una media nazionale del 6-7%. Per centrare questo obiettivo, però, dobbiamo proporci all'esterno come una cosa sola".
E in parallelo anche la Regione sottolinea la necessità di rilanciare un settore in sofferenza. "Senza una riduzione delle tasse, dei costi indiretti, come la benzina e i pedaggi autostradali, gli 85 euro in più in busta paga ogni mese promessi da Matteo Renzi ai lavoratori dipendenti sotto i 1.500 euro non basteranno a rilanciare il turismo italiano tra Regioni". E' quanto sottolineato dall'assessore al Turismo della Regione Liguria Angelo Berlangieri. Berlangieri prosegue: "In Liguria il turismo è un paziente in prognosi riservata, dobbiamo fare dei passi in avanti affinché il turismo nazionale diventi un motore vero dello sviluppo".
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Turismo flop in Liguria, da imprese e sindacati del settore arriva la bocciatura
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