politica

1 minuto e 33 secondi di lettura
Dopo sedici anni i grandi della Terra tornano a riunirsi senza la Russia: è Putin il grande assente del primo G7 ospitato a Bruxelles dall'Unione europea, ma sarà ugualmente protagonista della due giorni di summit perché il primo punto dell'agenda dei leader è la crisi in Ucraina. "L'azione della Russia è inaccettabile e deve fermarsi", recita il G7 nel comunicato finale, e resta pronto a "intensificare sanzioni mirate" contro Mosca se necessario.

L'appuntamento con il presidente russo comunque è solo rimandato. I leader lo hanno escluso dal loro summit ma quasi tutti hanno fissato con lui incontri bilaterali nei prossimi giorni, durante le celebrazioni dello sbarco in Normandia: la Merkel lo vedrà domani mattina, prima della cerimonia ufficiale, anche Cameron ha fissato un incontro quella mattina, mentre con Hollande si vedrà questa sera a Parigi a cena all'Eliseo. Con Obama invece si scambieranno solo sguardi di fuoco: fonti della Casa Bianca, almeno per ora, escludono un faccia a faccia tra i due. Da parte sua, Putin tiene il punto: "Non vedo perché il presidente non debba parlarmi, io sono pronto al dialogo, è sua la scelta".

E non lancia segnali di distensione: "La politica più aggressiva è quella degli Usa", ha detto oggi alla radio francese Europe 1, accusando l'America di "mentire" sul dispiegamento di militari russi in Ucraina. Il G7 di Bruxelles rimpiazza quello che si sarebbe dovuto tenere a Sochi, in Russia.

Nella bozza di dichiarazione finale i leader del G7 chiedono alla Federazione russa di "accelerare il ritiro delle sue forze armate dal confine dell'Ucraina e di esercitare la sua influenza tra i separatisti armati perché rinuncino alle armi e alla violenza", recita il testo. La linea, insomma, non è quella dura delle sanzioni, sebbene queste restino sul tavolo come minaccia.