“Stop agli spot. Mondiali in Rai liberi dall’azzardo”.
Con questo slogan, il parlamentare ligure del partito democratico Lorenzo Basso ha lanciato una petizione su Change.org affinché la televisione di Stato non mandi più in onda filmati che pubblicizzano il gioco d’azzardo.
L’accusa a Viale Mazzini è diretta ed è quella di essersi assunto “una responsabilità sociale enorme e antitetica al ruolo di servizio pubblico che la legge le affida” appunto accettando quegli spot.
In una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e ai presidenti della Camera e del Senato, inoltre, Basso rileva come la Rai si stia muovendo in contrasto con quanto la Commissione di vigilanza, lo scorso 7 maggio, ha deciso approvando il “parere sullo schema di Contratto di servizio tra il Ministero dello Sviluppo economico e la RAI-Radiotelevisione Italiana Spa per il triennio 2013-2015”.
La Commissione, infatti, ha posto come condizione che il Contratto preveda questa clausola: “nell'ambito del contrasto alla ludopatia, la RAI vieta a tutte le sue emittenti la pubblicità diretta o indiretta al gioco d'azzardo”. Il che, evidentemente, non è accaduto e non sta accadendo. L’iniziativa del parlamentare ligure, come detto, può essere sostenuta sottoscrivendo la petizione su Change.org.
Qui di seguito il testo completo del documento indirizzato a Renzi, Boldrini e Grasso.
“Onorevoli Presidenti,
sabato scorso, come milioni di italiani, ho assistito con passione al felice esordio degli azzurri ai Mondiali di calcio. Ho seguito la partita su RAI 1, l’ammiraglia delle reti pubbliche e ho con dispiacere e sdegno constatato che le pause pubblicitarie che hanno preceduto l’inizio di Italia-Inghilterra sono state occupate in maniera notevole, se non addirittura maggioritaria, da spot relativi a scommesse sportive. Come Voi ben sapete, è stato incessante impegno di questo Parlamento, fin dal principio della legislatura, dare una svolta alla politica nazionale in materia di gioco d’azzardo, per contenere quella che, ogni giorno di più, si sta dimostrando una piaga sociale terribile, i cui devastanti effetti sono stati acuiti dalla crisi. Questo è lo scopo che si è dato l’Intergruppo parlamentare sui temi del gioco d’azzardo, che conta oltre cento aderenti di tutta Italia e di tutte le forze politiche e in questo senso vanno letti i principi e i criteri approvati dal Parlamento con la cosiddetta “delega fiscale” (l. 11 marzo 2014, n. 23) per l’emanazione da parte del Governo di un testo unico delle disposizioni sui giochi che finalmente inauguri una politica di contrasto alla diffusione dell’azzardo nella società italiana, a partire dall’introduzione di distanze legali da luoghi sensibili e di rigidi limiti alla pubblicità del gioco d’azzardo.
Nella stessa direzione si muove la proposta di legge sul gioco d’azzardo patologico, in avanzata fase di esame nella XII Commissione Affari Sociali della Camera, che prevede il divieto assoluto di pubblicità per il gioco d’azzardo, l’obbligo di tracciare i pagamenti di gioco mediante carte elettroniche nominative e strumenti di prevenzione e cura per una patologia che interessa un numero sempre crescente di italiani.
Vi chiedo perciò di prendere a cuore una celere approvazione tanto di questa legge, quanto del Decreto legislativo di attuazione della delega fiscale.
Per quanto riguarda la RAI notiamo poi come la Commissione di vigilanza, il 7 maggio scorso abbia approvato il “parere sullo schema di Contratto di servizio tra il Ministero dello Sviluppo economico e la RAI-Radiotelevisione Italiana Spa per il triennio 2013-2015” ponendo come condizione che lo stesso preveda: “nell'ambito del contrasto alla ludopatia, la RAI vieta a tutte le sue emittenti la pubblicità diretta o indiretta al gioco d'azzardo.
Mi chiedo e Vi chiedo quindi come sia possibile, politicamente ancor prima che giuridicamente, che, a fronte di un chiaro indirizzo espresso dal legislatore, il servizio pubblico possa dedicare al gioco d’azzardo importantissimi spazi pubblicitari, proprio alla vigilia delle partite di calcio più attese dell’anno.
Il calcio, si sa, è uno sport che attrae e appassiona anche e soprattutto i minori. È stato rispettato in occasione di Italia-Inghilterra il divieto posto dall’articolo 7 del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158 di mandare in onda “messaggi pubblicitari concernenti il gioco con vincite in denaro nel corso di trasmissioni televisive o radiofoniche… rivolte ai minori e nei trenta minuti precedenti e successivi alla trasmissione delle stesse”?
Gli italiani che amano il calcio e i valori che esso esprime sono decine di milioni. Sono però purtroppo milioni anche gli italiani vittima dell’inganno del gioco d’azzardo, tenuto conto che per ogni giocatore c’è sempre una famiglia che soffre. La RAI, accostando alla positiva immagine della Nazionale e dei Mondiali di calcio l’illusione di una facile vittoria frutto di scommesse e puntate, si è assunta una responsabilità sociale enorme e antitetica al ruolo di servizio pubblico che la legge le affida.
Vi chiedo quindi di intervenire per far sì che Italia-Inghilterra, oltre che per la nostra bella vittoria, sia ricordata come l’ultima partita ad essere stata preceduta da pubblicità che nulla hanno a che fare con la funzione sociale della RAI, anche considerando che le prossime partite avverranno in orari alla portata di un pubblico ancora più ampio, fra cui moltissimi minorenni.
“Stop agli Spot” dunque, per continuare a seguire l’avventura mondiale degli Azzurri liberi dall’azzardo.
Lorenzo Basso
Coordinatore intergruppo parlamentare sui temi del gioco d'azzardo
www.nonèungioco.it
politica
Mondiali, in Rai spot pro-azzardo Lanciata petizione per dire stop
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