
Il giudice monocratico Adriana Petri, dovrà anche decidere l’eventuale costituzione delle parti civili e l’ammissione delle liste testi presentate dal pm e dai difensori degli imputati. Liste che vedono tra i testimoni anche il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, funzionari e tecnici di Comune, Provincia e Regione, e anche giornalisti che raccontarono i giorni precedenti all’alluvione, quando venne diramato lo stato di allerta 2, oltre ai fatti del 4 novembre. A processo, oltre all’ex sindaco anche l’ex assessore alla Protezione civile Francesco Scidone, i dirigenti comunali Gianfranco Delponte e Pierpaolo Cha, l’ex capo della protezione civile comunale Sandro Gambelli. Per loro le accuse sono di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, falso e calunnia. A processo anche l’ex coordinatore dei volontari Roberto Gabutti a cui viene contestato solo il falso e la calunnia.
Secondo gli inquirenti, la macchina operativa della protezione civile non venne messa in moto per tempo. Non vennero chiuse le strade a rischio e le scuole, seppur ”gli uffici comunali di protezione civile avessero ricevuto notizie allarmanti alle 11 di quella mattina, e il rio Fereggiano esondò poco prima all’una". E quindi c’erano due ore di tempo per evitare la tragedia. Secondo l'accusa, invece, l’amministrazione comunale ”falsificò il verbale alterando l’orario dell’ esondazione”, per sostenere la tesi di una ”bomba d’acqua”. Ma quel 4 novembre morirono Serena Costa, 19 anni, Evelina Pietranera, Angela Chiaramonte, 40 anni, Djala Shpresa di 28 anni e le sue due piccole, Gioia e Janissa, di 8 e di appena 11 mesi.
IL COMMENTO
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