
Per questo alle societa' è stato chiesto un minimo contributo, ma il mondo del pallone di fronte a questa richiesta è andato sulle barricate dicendo che semmai il calcio le violenze le subisce e non le genera.
Eppure al miliardo incassato da radio e televisioni, si aggiungono i contributi del Coni e, ancora, le spese vive per mantenere tutta la macchina. Solo considerando le serie maggiori ci sono 25 milioni di euro a campionato per pagare il mantenimento dell'ordine pubblico durante le partite. Numeri che non tengono conto delle serie minori dove gli episodi di violenza sono numerosi e spesso non vengono nemmeno a galla.
Per contenere questi numeri in rosso il Parlamento ha approvato all'interno della legge sugli stadi, un emendamento con il quale tra l'1 e il 3 per cento degli incassi dal botteghinio verranno destinati a coprire le spese. Una cifra che per la Serie A varia tra i 2 e i 6 milioni di euro all'anno.
Per esempio il Cagliari potrebbe versare dai 15 ai 45 mila euro, la Juventius dai 380 mila al milione e cento mila.
Passano quasi invisibili i costi per regioni e Comuni legati al potenziamento del trasporto pubblico locale. alla raccolta dei rifiuti dopo gli eventi e c'è il prezzo per la presenza obbligatoria del 118 per l'assistenza ai feriti che sono stati l'anno scorso piu' di 150. Insomma, di fronte a questi numeri il calcio dovrebbe assumersi le proprie responsabilita' e contribuire.
di Giovanni Porcella
IL COMMENTO
La Costituzione, Salis in Lottomatica e la politica di cui non puoi fidarti
Ti ricordi Bilancia? 17 omicidi in sette mesi di terrore