"I liguri potrebbe trovarsi di fronte al paradosso di un Consiglio regionale con sei consiglieri scelti dai partiti e non da loro e da ben sette assessori non eletti ma nominati". Il capogruppo della Lega Nord in Regione, Maurizio Torterolo, commenta così la novità: il Consiglio regionale della Liguria ha modificato lo Statuto. Ha abolito la Consulta statutaria, ha ridotto l'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, da 5 a 3 membri, e ha modificato il numero degli assessori in giunta portandolo da 12 a 7. Si perde per strada quello che sarebbe stato davvero un segnale forte per i cittadini: l'abolizione del listino.
Prima del voto che ha modificato lo Statuto della Regione in Consiglio regionale si è svolto un acceso dibattito che si è concluso quando la minoranza (Fi, Lega Nord, Lista Biasotti), a eccezione di Ncd, ha lasciato l'aula per protesta. Prima del voto è stata anche respinta la proposta di Francesco Bruzzone (Lega Nord) di rinviare lo Statuto in commissione per procedere ad una contestuale modifica del Regolamento che riducesse anche il numero di commissioni (attualmente sono otto).
Con 24 voti a favore (maggioranza e Nuovo Centro Destra) e 2 astenuti (Ezio Chiesa di Liguria Viva e Ezio Armando Capurro di Liste civiche per Biasotti presidente) l'Assemblea ha infatti approvato la Proposta di legge 365 di iniziativa dei Consiglieri regionali Boffa, Donzella, Morgillo, Conti e Bruzzone intitolata "Modifiche e integrazioni alla legge statutaria 3 maggio 2005, n. 1 (Statuto della Regione Liguria)".
La minoranza è uscita dall'aula per protesta prima del voto. "Si vuole far approvare, con alcune delle modifiche apportate al testo originario, anche una sorta di listino 2, camuffato e riferito agli assessori esterni e contenuto all'interno del nuovo Statuto regionale", gridano dai banchi dell'opposizione. "Infatti si vorrebbe elevare il numero degli assessori da 6 a 7, scelta, da una parte inutile visto che i Consiglieri Regionali li abbiamo diminuiti da 40 a 30, e dall'altra costosa, e contraria, ancora una volta, al principio di rappresentatività visto la possibilità di nomina esterna anche di tutti gli assessori", ha conmmentato Torterolo. Tra i più decisi Francesco Bruzzone (LN), in quanto membro dell'ufficio di Presidenza (consigliere segretario), ma non più in accordo con il testo di legge. "Non mi riconosco più nella proposta. Non mi sarei aspettato che venisse portata una scelta politica in una proposta dell'Ufficio di presidenza" e ha annunciato il ritiro della sua firma dalla proposta di legge.
A difesa delle modifiche allo Statuto regionale è intervenuto Nino Miceli (Pd). "Sostenere che si tratta di un allargamento è paradossale e sbagliato perché dalla prossima legislatura la giunta passa da 12 a 7 assessori quindi con una riduzione quasi del 40%". Pronta la risposta di Marco Melgrati (Forza italia) che ha accusato Miceli di essersi arrampicato sugli specchi. Il consigliere ha quindi criticato in particolare l'innalzamento, rispetto al testo varato originariamente dall'Ufficio di Presidenza, del numero degli assessori da 6 a 7. E ha invocato una limitazione, un preciso tetto, al numero degli esterni. "Potrebbe avere un senso portare il numero degli assessori da 6 a sette, se ci fosse un tetto al numero degli esterni". Ha puntualizzato che già il mantenimento del listino porta in Consiglio un numero elevato di esterni, non eletti: "Si tratta di nominati. Noi volevamo eliminare il listino, ma il maxi emendamento che lo consentiva, non ha avuto i voti necessari della maggioranza".
Edoardo Rixi ha ribadito la necessità di ridurre il numero di commissioni. "Ogni assessore esterno è un costo in più perché vuol dire aggiungere uno stipendio ai costi dell'assemblea e non si può decidere di avere anche sei assessori esterni". Il Nuovo Centrodestra ancora una volta sostiene il governo Burlando e attraverso Gino Garibaldi ha ribadito il voto favorevole del suo gruppo alle modifiche. Per Lorenzo Pellerano (Lista Biasotti) invece "non accettare questa limitazione è una responsabilità che si assume la sinistra".
Il provvedimento abolisce la Consulta statutaria e vengono attribuite all'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale le funzioni relative al giudizio di ammissibilità dell'iniziativa popolare o del referendum e l'accertamento della chiarezza e dell'univocità del quesito referendario. In seguito alla riduzione dei numero di consiglieri, inoltre, la composizione dell'Ufficio di presidenza viene ridotta: accanto al presidente ci sarà un solo vicepresidente.
Il testo dovrà essere sottoposto a una seconda approvazione fra due mesi. Queste disposizioni decorrono dalla X legislatura. Una riforma che non tiene conto della voce di molte associazioni, tra cui Liguria Civica, che si oppongono con forza a una legge elettorale regionale che preveda ancora il listino e la possibilità un numero elevato di assessori esterni.
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Nuovo Statuto in Regione, opposizione insorge: "Ecco il listino 2"
Dibattito acceso in Consiglio, prossimo voto tra due mesi
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