politica

Una operazione da 7 miliardi di euro
1 minuto e 44 secondi di lettura
Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte e Puglia. Sono in tutto otto le Regioni che, individualmente, hanno deciso di sondare il terreno per un eventuale riacquisto di specifici titoli obbligazionari emessi dagli stessi Enti. “In sintesi, in Liguria ci ricompriamo i 420 milioni del nostro prestito obbligazionario pagando un interesse che è meno della metà del tasso Bot per 30 anni. In questo modo ci liberiamo di una quota cospicua di derivati”, spiega l'assessore regionale al Bilancio Pippo Rossetti.

Le Regioni hanno dato mandato a un pool banche per il riacquisto dei titoli obbligazionari. “Una ristrutturazione che ci permette di consegnare una regione che ha metà debito e con un interesse trentennale con minori oneri a carico. E lo facciamo in accordo col Mef e con tutte le altre regioni che avevano derivati nel portafoglio”, sottolinea Rossetti.

La vicenda parte dal lontano. Tra il 2004 e il 2005 anche la Regione Liguria, per pagare un prestito obbligazionario, ricorre ai derivati. Altro momento storico, altra economia. La consapevolezza del rischio non era cosi elevata. Si pensava a economia in crescita, un'era del bilancio pubblico completamente diversa.

Poi l'obiettivo comune, in sintonia con il Tesoro, di ristrutturazione del debito. “ll Mef ha aiutato le regioni perchè i derivati sono strumenti che comportano dei rischi. Abbiamo chiuso il debito con Nomura per i 420 milioni di euro che avremmo dovuto restituire nel 2034. Ora dobbiamo riacquistare le obbligazioni. L'operazione al Ministro di Economia e Finanza costa 7 miliardi di euro, soldi che anticipa per le regioni coinvolte. “Tali buy-back, qualora lanciati, saranno parte della gestione delle passività delle Regioni”, precisa il Tesoro in una nota.

L'assessore Rossetti valorizza il lato positivo dell'operazione per la Liguria. “Il Mef ha deciso di prendere di petto la situazione dei derivati di concerto con le regioni. La Liguria nel 2013 aveva 420 milioni di debito, oggi ne ha 230. Su questo debito, inoltre, paga metà interessi fino al 2044, rispetto al 2034 concordato con Nomura. Quanto risparmiato con gli interessi possiamo utilizzarli per spesa corrente, quindi per i servizi”.