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Anche il primo fine settimana del 2015 nel segno dell’uscita di film importanti, come l’ultima pellicola di Clint Eastwood che ci porta in Iraq con la vicenda di un ‘Navy Seals’.

Poi la storia vera di un criptoanalista che ha contribuito a ridurre la durata della seconda guerra mondiale guerra e quindi a salvare milioni di vite e un predestinato del box office, Alessandro Siani, tagliatore di teste in una multinazionale che finisce anche lui per essere tagliato.

Il film della settimana è ‘Magic in the moonlight’ di Woody Allen.



AMERICAN SNIPER
Regia: Clint Eastwood Con: Bradley Cooper, Sienna Miller, Jake McDorman
Genere: Azione Durata 134’

Chris Kyle, U.S. Navy Seal, viene inviato in Iraq con una missione precisa: proteggere i suoi commilitoni. La sua massima precisione salva innumerevoli vite sul campo di battaglia e mentre si diffondono i racconti del grande coraggio che dimostra, viene soprannominato “Leggenda”. Nel frattempo cresce la sua reputazione anche dietro le file nemiche, tanto che viene messa una taglia sulla sua testa rendendolo il primario bersaglio per gli insorti. Allo stesso tempo, Chris combatte un’altra battaglia in casa propria nel tentativo di essere sia un buon marito e un buon padre nonostante si trovi dall’altra parte del mondo.


BIG EYES
Regia: Tim Burton Con: Ryan Reynolds, Reese Witherspoon, Amy Adams e Christoph Waltz
Genere: Drammatico Durata 106’

Il film racconta la vera storia di Margaret Keane e del marito Walter i cui dipinti dei bambini dai grandi occhi divennero un vero e proprio fenomeno negli Stati Uniti tra il 1960 e il 1970. La mano d’artista era di Margaret, ma Walter fece credere al mondo di essere il vero autore dei quadri, conquistando una fama internazionale del tutto immeritata. I due finirono con il divorziare, arrivando ad una battaglia legale senza precedenti: un duello a colpi di pennello per ristabilire la giusta paternità delle opere.


POSTINO PAT – IL FILM
Regia: Mike Disa
Genere: Animazione Durata 88’

Che cosa accade quando la bontà incontra l’egoismo? Quando la buona reputazione incontra la fama mondiale? Se un’ottima tazza di tè viene surclassata da un frappuccino? Postino Pat si troverà faccia a faccia con il lato oscuro della celebrità quando verrà scelto per partecipare ad un talent show televisivo. I demoni del denaro, del prestigio e dei vestiti luccicanti complottano per strappare via Pat dal piccolo paese che tanto lo apprezza.


SI ACCETTANO MIRACOLI
Regia: Alessandro Siani Con: Alessandro Siani, Fabio De Luigi, Ana Caterina Morariu
Genere: Commedia Durata 110’

C’era una volta Fulvio, tagliatore di teste senza scrupoli di una nota multinazionale, che dopo aver fatto piazza pulita dei rami secchi dell’azienda viene a sua volta licenziato. La sua reazione non esattamente composta gli costa cara: un mese di servizi sociali da scontare nella casa-famiglia di suo fratello Don Germano, parroco di un piccolo borgo del sud d’Italia. Da manager consumato e scaltro qual è, Fulvio non ci mette molto a capire che per aiutare il fratello, i bambini e il paese c’è bisogno di un vero e proprio “miracolo”. E quindi, all'insaputa di tutti, se ne inventa uno.


THE IMITATION GAME
Regia: Morten Tyldum Con: Benedict Cumberbatch e Keira Knightley
Genere: Thriller Durata 114’

Durante l'inverno del 1952, le autorità britanniche entrarono nella casa del matematico, criptoanalista ed eroe di guerra Alan Turing per indagare su una segnalazione di furto con scasso. Finirono invece per arrestare lo stesso Turing con l'accusa di “atti osceni”, incriminazione che lo avrebbe portato alla devastante condanna per il reato di omosessualità. Le autorità non sapevano che stavano arrestando il pioniere della moderna informatica.


FILM DELLA SETTIMANA

MAGIC IN THE MOONLIGHT

Se c’è un tema ricorrente nella filmografia di Woody Allen, è quello della magia. E questo fin dai tempi di ‘Stardust memories’ (1980) per continuare poi attraverso ‘New York Stories’, ‘Alice’, ‘Ombre e nebbia’, ‘La maledizione dello scorpione di giada’ e perfino ‘Scoop’ (e non escludo di dimenticare qualche altro film). Evidentemente il rapporto tra illusione e vita lo affascina come pochi altri, tanto da ritrovarlo anche in ‘Magic in the moonlight’ con il quale, dopo ‘Midnight in Paris’, torna in Francia anche se questa volta nella Costa Azzurra degli anni Venti dove l'illusionista cinese Wei Ling Soo (Colin Firth) è il più celebrato mago della sua epoca.

Pochi però sanno che il suo costume cela l'identità di Stanley Crawford, uno scorbutico e arrogante inglese con un'avversione per i finti medium che dichiarano di essere in grado di realizzare magie. Convinto da un vecchio amico, si reca in missione nella residenza della famiglia Catledge presentandosi come uomo d'affari per smascherare la giovane e affascinante chiaroveggente Sophie (Emma Stone) che lì risiede lì insieme alla madre. Già dal primo incontro intuisce che sia una mistificatrice facile da screditare ma con sua grande sorpresa la ragazza si esibisce in diversi esercizi di lettura della mente che sfuggono a qualunque comprensione razionale e che lo lasciano sbigottito. E qui inizia la partita tra i due.

Ormai di Woody Allen, che si intestardisce a girare un film all’anno, bisogna prendere quello che viene. Da tempo purtroppo, e a scriverlo è uno che lo ama profondamente, non riesce più a regalarci grandi capolavori (l’ultimo, per me, è ‘Hannah e le sue sorelle’, ed era il 1986), barcamenandosi tra pellicole più o meno riuscite. Senza grandi squilli di tromba, ‘Magic in the moonlight’ appartiene alla prima categoria: ennesima variazione sul tema del conflitto tra razionale e irrazionale, trascendente e reale, raffinato quanto basta, leggero e disincantato, affidandosi ad uno scontro fatto di furbizia, intelligenza e fascino, il più europeo dei registi americani (che ancora una volta, non a caso, torna a girare nel nostro continente) gioca con dolcezza con la storia e i suoi personaggi, immerge il tutto come sempre in una colonna sonora che qua e là si affida all’immancabile jazz e lascia fino alla fine un curioso alone di mistero, in un’atmosfera che oscilla tra Fitzgerald e Wilde.

E se alla fine la magia più grande per il vecchio Woody sembra essere l’amore, come epigrafe del film possiamo estrapolare una frase della vecchia zia al nipote Stanley: “Il mondo può essere privo di scopo, ma non vuol dire che sia privo di una qualche magia”. E allora, statene certi, altri film di questo tipo tornerà a girarli.