Ci sono "pensioni molto alte che non sono giustificate dai contributi che hanno versato durante l'intero arco della vita lavorativa", c'è un "problema di equità che andrebbe affrontato", dice il presidente dell'Inps, Tito Boeri, che propone: "Si può chiedere a queste persone di poter dare qualcosa per contrastare la povertà soprattutto nella fascia 55/65 anni. Vogliamo per queste generazioni trovare un modo per contrastare la povertà e dare la possibilità di andare in pensione prima in modo sostenibile, quindi avendo una pensione più bassa". "La filosofia di fondo è quella dell'equità, noi faremo queste proposte per equità non per fare cassa", sottolinea, indicando poi che uno "dei problemi più seri" è quello "della generazione tra i 55 e i 65 anni che si sono trovati con queste riforme un po' spiazzati".
Esclude invece interventi sulle pensioni Yoram Gutgeld, consigliere del governo Renzi impegnato sul fronte della spending review: "Abbiamo affrontato questo discorso già l'anno scorso e la decisione politica è stata di non toccarle. Le pensioni alte sono già in qualche modo tassate e quindi c'è già un intervento di equità. Andare più in giù significherebbe entrare sui livelli di pensioni medie, tipo da 90mila euro, e si è deciso politicamente di non farlo", dice a Radio24.
Sul tema ha fatto sentire la propria voce anche la Cgil. "Siamo d'accordo con un intervento di equità sulle pensioni purché si lascino in pace quelle da lavoro i cui contributi sono stati accantonati uno per uno. Si intervenga piuttosto su quelle regalate, su quelle che sono veramente d'oro, su chi prende tre o quattro pensioni, sui vitalizi e sui grandi privilegi. Questa sarebbe una vera equità", ha detto il segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone. "Ho piena fiducia nell'operato di Boeri - continua Cantone - ma ricordo sommessamente che l'Inps è di proprietà dei lavoratori e dei pensionati e che ogni decisione andrà discussa nel merito. Noi vogliamo confrontarci con il governo, a partire dalla necessaria revisione della legge Fornero fino al problema che nessuno ha mai voluto affrontare finora della crescente povertà degli anziani e dei pensionati".
Intanto Boeri conferma il prossimo debutto, da maggio, delle "buste arancioni", attese da anni: simulazioni sulla pensione futura per dare "la possibilità ai lavoratori italiani di poter sapere quali saranno le loro pensioni future. Di poter valutare quali sono le implicazioni di scegliere diverse date di pensionamento, di cambiare le loro retribuzioni e i loro contributi e quanto questo avrà effetti sulla loro pensione". Si partirà dai "più giovani" per poi "man mano" allargare la platea, per arrivare ad informare a fine anno 18 milioni di persone. "E' un operazione molto importante - dice Tito Boeri - perché va incontro ad un'esigenza di informazione profonda che c'è nel nostro Paese e che i governi che si sono succeduti in questi anni non hanno mai voluto fornire ai cittadini forse perché temevano di avere delle ricadute negative dando queste informazioni".
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Boeri (presidente Inps): "Abbassare pensioni più alte per favorire equità"
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