
“Non si tratta più di discorsi ma di fatti, opere e cantieri che sono partiti. Ne sono partiti due importanti: uno, lo scolmatore del Fereggiano, di cui è stata protagonista l'amministrazione comunale. Il Fereggiano è il rio che ha causato le tragedie del 2011. Il secondo cantiere è il rifacimento del secondo lotto della copertura del tratto finale del Bisagno”, ha sottolineato Doria. “Queste opere daranno un contributo significativo alla messa in sicurezza del bacino. C'è poi una serie di altre opere su cui stiamo lavorando, la più importante delle quali è lo scolmatore del Bisagno”.
Il sindaco di Genova ha ricordato le altre opere che riguardano l’area metropolitana. “Ci sono altre opere previste dal piano “Italia Sicura”: la messa in sicurezza del Chiaravagna a Sestri Ponente, il Fegino e lo Sturla, nell'ambito del Comune di Genova. Sono previsti interventi importanti anche a Chiavari, Rapallo, Santa Margherita e Lavagna”, a detto Doria, che ha promesso il massimo impegno delle istituzioni nella lotta del dissesto idrogeologico. “Il tema della sicurezza e del contrasto al dissesto idrogeologico è assunto come priorità da chi governa il Paese e da chi governa le città, stiamo lavorando in modo molto coordinato con scambio di informazioni e obiettivi comuni da raggiungere”.
Erasmo D’Angelis ha delineato la portata degli investimenti per la messa in sicurezza dell’area metropolitana del capoluogo ligure. “Genova si appresta a diventare la città europea dove si investe di più in prevenzione dei rischi idrogeologici. Investiremo circa 419 milioni di euro. Una cifra molto importante investita in 15 cantieri che riguardano l'intera area della città metropolitana di Genova. Con Genova inizia la nostra opera di messa in sicurezza delle 14 città metropolitane italiane. Abbiamo progettazioni pronte per andate in cantiere, i primi due partono oggi, gli altri 13 entro l'anno”, ha detto D’Angelis.
Il coordinatore di “Italia Sicura” ha poi precisato che “il destino di Genova non sono le alluvioni, ma è la prevenzione dalle alluvioni. Questa è la grande opera pubblica di cui ha bisogno l'Italia, un'opera da quasi mezzo miliardo che serve al nostro Paese per difendersi e tutelarsi”, ha concluso D’Angelis.
IL COMMENTO
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