Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, racconta a Primocanale la Liguria di oggi e quella che immagina per il domani. In una lunga intervista a tutto campo con Mario Paternostro, direttore editoriale di Primocanale, e Franco Manzitti, il governatore affronta i temi più disparati: dall'isolamento politico della Liguria alla sanità, dalle infrastrutture alle difficoltà di gestire il duplice ruolo nazionale/locale.
RUOLO LIGURIA - “La Liguria è una regione bellissima ma difficile da gestire con un territorio difficile. Ha enormi potenzialità ma è stata trascurata da vent'anni di inadempienze politiche gravi. Oggi una delle cose buone di questa amministrazione è che la Liguria è tornata sotto gli occhi della Nazione. Gli accordi che stiamo facendo con Lombardia e Piemonte ci stanno portando nel cuore produttivo del Paese. Alcune opere sono state cominciate, non per merito nostro, e spero vadano avanti. La Liguria si è voluta isolare. Maroni mi ha detto che Burlando non ha mai partecipato alle riunioni della macroregione alpina. La Liguria non era mai andata a far sentire la sua voce. Non so se per motivi ideologici, ma io ci sono andato”.
INFRASTRUTTURE – “Milano-Genova in 50 minuti? Io penso che sarà praticabile non appena ci sarà l'alta velocità. Io pochi minuti fa ho salutato con soddisfazione l'essere andati verso un incontro tampone con Trenitalia per non perdere una trentina di Intercity. Servono più treni e di una qualità superiore. L'aeroporto deve rilanciarsi. È ampiamente sottovalutato e sottoutilizzato, sia per numero di passeggeri che di merci. Si deve andare verso una privatizzazione con un socio che sappia rilanciarlo. Ho incontrato Aeroporti Romani e il presidente Castellucci potrebbe essere interessato. Il binario unico fa parte di un accordo con le Ferrovie dello Stato. Non è un'opera facile e non è poco costosa. Io mi auguro che nessuno faccia marcia indietro. Se si avessero più soldi e si andasse più veloce, sarei contento”.
SANITÀ - “La sanità ligure ha tanti ottimi professionisti ma non c'è nulla che deve essere venduto o svenduto. Va riformata, visti anche i tagli del governo. La Lombardia è una delle poche regioni che hanno una sanità che funziona e credo che dal modello lombardo ci sia molto da apprendere e che i nostri professionisti possano dare di più se messi in una giusta struttura. La sanità lombarda e quella ligure possono integrarsi e migliorarsi a vicenda. Qua c'è un sistema da riformare, perché ha bacini troppo piccoli e una popolazione con una età media troppo alta. Non ha saputo cogliere gli stimoli da questi fatti locali. Il privato deve entrare ed entrerà e anche in percentuali importanti, nei tempi che ci vorranno. Bisognerà riorganizzare i bacini di Ponente e di Levante, ma non si devono chiudere i presidi. Useremo la prima parte del 2016 per una riforma organica della sanità”.
DIMISSIONI DA CONSIGLIERE DEGLI ASSESSORI - “Giampedrone ha 11 deleghe, Ilario Cavo 10. Chi ha fatto la riforma è stato sconsiderato. Li ho sgravati dal dover andare in consiglio. C'è un ragionamento di efficienza del lavoro. Perseguo l'idea di avere almeno i sottosegretari, altrimenti non c'è l'operatività necessaria. L'antipolitica va bene, ma bisogna mettere in condizione la politica di lavorare”.
MAGGIORANZA - “Credo che siamo una maggioranza unita, coesa, determinata e con programmi condivisi. La storia della Lega Nord, di Forza Italia e degli altri partiti del centrodestra è ventennale. Io credo che questa giunta rinnoverà la politica in Liguria. È una giunta con esponenti di livello politico anche nazionale. A me pare che le cose vadano bene”.
RUOLO NAZIONALE - “Delfini li ho visti all'Acquario, io non mi sento il delfino di nessuno. Il ruolo che ho mi consente anche un'interlocuzione con chi a Roma deve ascoltare le esigenze di questa regione. Reputo un fatto positivo essere un'esponente nazionale del partito. La Liguria sarà la dimostrazione che il centrodestra è in grado di governare e cambiare un sistema. Mi sto dedicando quasi a tempo pieno al ruolo di presidente, salvo quello che dedico al ruolo di vice presidente della Conferenza Stato-Regioni. Quello è un posto dove si può ottenere molto e sarà molto utile alla Regione. Il ruolo nazionale non confligge con il ruolo locale ma lo completa. La sfida in Liguria è dimostrare al Paese che c'è un nuovo centrodestra che vince ed è capace di innovare. E' la vetrina nazionale del nuovo centrodestra, per facce, programmi e capacità di stare insieme”.
PORTO - “Biasotti è una persona che conosce bene il porto, che ci ha lavorato e che conosce le difficoltà e le esigenze di cui ha bisogno. Vederemo quali saranno i tempi e i modi della nomina. Ancora non è chiaro se si andrà a un commissariamento breve o lungo e che tipo di commissario si vorrà scegliere. La situazione è ancora complessa. Biasotti sarebbe una scelta coerente con il nostro modello di sviluppo e ha le giuste competenze. Non è una questione di appartenenza politica. A Spezia c'è una persona di un altro schieramento politico che ha fatto un ottimo lavoro al porto. E' la dimostrazione che la politica quando vuole sa fare molto bene. D'altronde il governo dei tecnici è stato uno dei peggiori della storia”.
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Toti a Primocanale: “Liguria abbandonata. La salverà il Nord”
Il governatore a tutto campo: "Da subito cominciamo a cambiare la sanità"
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