Finiamola con questa storia dei vecchi che non lasciano il posto ai giovani, con le generazioni genovesi pietrificate nell'attesa che i sessantenni, i settantenni e perfino gli ottantenni lascino il passo. In politica, certo, ma anche nell'impresa, nelle professioni, nel commercio e in quel catafalco che è l'Università degli ex baroni, che ancora tali sono ed, anzi, peggio, con la scusa che non ci sono soldi.
Dopo decenni di giochetti generazionali l'abbiamo capito: è una scusa, uno schema di gioco che “copre” i senior e giustifica gli junior, mentre Genova si incartapecorisce, già è la più vecchia del mondo, se la batte con il Giappone e figuriamoci se non deve essere governata nei suoi gangli vitali da quelli più agé…
Sono i partiti politici e in particolare quello che da quasi quarant'anni, ha tenuto il potere ovunque, determinando il nostro destino, che tentano soprattutto di resistere: il PD, ex Ds-Margherita, ex PDS, Ex Pci, ex Cosa, ex Quercia, ex mezzo Ulivo: tante sigle, tanti nomi, tanti simboli per restare lì. Incarico, posto, ruolo, stipendio, magari vitalizio.
Certo, ci hanno provato i democratici a far vedere che svecchiavano. Hanno scelto segretari giovani, rampantini e vogliosetti, Victor Rasetto, Giovanni Lunardon, Alessandro Terrile, trenta, quarantenni in ostaggio dei vecchi, che però li impallinavano, non legittimavano mai, sparavano addosso o gli facevano sparare anche dai coetanei, come in quella mirabile uscita della delfina Paita, che annunciava via streaming: “Quando divento presidente quelli li sbatto via tutti...”. Solidarietà generazionale.
Sappiamo come è finito quel rinnovamento nel partito del potere: la ultra rinnovata candidata Paita, scelta dal sessantenne Burlando motu proprio, ha trascinato il partito nel naufragio, che ha fatto riemergere i vecchi, una legione di duecento. È arrivato il commissario, che non sa cosa fare, tra i giovani e i vecchi.
Giunta regionale a parte, con una inopinata media di 47 anni di età, altrove il problema non si pone nemmeno, scesi di cavallo Grillo e Scajola over 65 ambedue, a destra che fermenti giovanilisti ci sono? Fuori dai partiti pensano sempre a “uno dei nostri”, che non è mai, ovviamente un bambino, in porto Biasotti, 67 anni, alla Camera c'è Odone IV, ma i giovani rullano nella rinnovata giunta, in Confindustria c'è l'ingegner Zampini, non uno young boy. I giovani scalpitano sempre, i vecchi non mollano un centimetro. Le gazzette raccontano e la città non si muove.
politica
Genova incartapecorita, giovani e vecchi con l'alibi delle generazioni
L'invettiva
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