
Nel mirino c'è una Cooperativa di Pesca Professionale, concessionaria dell'area ai fini di mantenere un “deposito imbarcazioni”, che in realtà subaffittava tutti i posti barca a diportisti terzi. Il differenziale tra il canone agevolato e i prezzi praticati a regime di mercato consentivano un lauto guadagno, ovviamente illecito.
Tra i reati contestati ai tre soci titolari, oltre all’abusiva occupazione del suolo demaniale, anche la variazione della sua destinazione d’uso. Sono inoltre al vaglio ipotesi di truffa e tutti gli illeciti riconducibili alla simulazione del sodalizio cooperativo di pesca avente, invece, per scopo l’ottenimento di fini di lucro.
IL COMMENTO
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