cronaca

I genitori: "La nostra vita si è fermata 12 anni fa"
1 minuto e 18 secondi di lettura
La partecipazione è come sempre numerosa. Quanto accaduto il 12 novembre 2003 non si può dimenticare.

La strage di Nassiriya è rimasta nella memoria di tutti gli italiani e in particolare dei finalesi che in questa giornata ricordano un loro concittadino: il maresciallo capo Daniele Ghione morto in missione.

Questa mattina la cerimonia davanti al monumento che lo ricorda proprio di fronte alla caserma dei Carabinieri di Finale Ligure (SV). Tanti cittadini comuni, i colleghi, le autorità, e soprattutto la famiglia, dalla moglie Miriam ai genitori del militare.

"Per noi la vita è finita il 12 novembre 2003 - confessa ai microfoni di Primocanale Oriella Ghione, madre di Daniele - Questa giornata è sempre un momento di dolore, ma siamo felici perché tutti gli anni è sempre uguale, la gente si ricorda sempre. E' una cosa che ha colpito tutti".

"Se Daniele fosse qui ora - aggiunge la signora Ghione - sarebbe molto felice perché molti lo ricordano e vogliono seguire la sua strada. E' bello sapere che chi passa davanti al monumento
lo possa ricordare".

Sentire di altre missioni militari con altri italiani impegnati non scompone il signor Sergio, papà di Daniele.

"Chi ama l'Italia e la patria deve andare avanti, se uno si è arruolato deve continuare a inseguire quello in cui crede - dichiara - Altrimenti non ci va. Bisogna guardare avanti, chi si ferma è perduto".

E loro vanno avanti con tante strette di mano e un sorriso per tutti, in fondo loro figlio Daniele avrebbe voluto così.