politica

L'invettiva
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Ma quale città vecchia o città antica, il più grande centro storico d'Europa?
Si chiamano caruggi, vicoli di Genova e dalla fine della seconda guerra mondiale fanno finta di salvarli, recuperarli, animarli, ristrutturarli. Mentre sono ancora in gran parte, se non dapertutto, sporchi, mal tenuti, cadenti e sopratutto pericolosi e in stato di perdizione.

Da sessanta anni sono il ventre molle di una città che nell'epoca della sua massima espansione, fine Sessanta-inizio Settanta, immaginava di diventare una metropoli di un milione di abitanti, dove quello era un quartiere quasi da dimenticare: infatti tra il 1961 al 1972 se ne sono andati 12 mila abitanti, svuotandolo, certificandone l'abbandono.

E infatti ne hanno demolito pezzi importanti, costruendoci sopra quartieri orribili come Piccapietra e i giardini di plastica, ex via Madre di Dio.

Pensate: hanno fatto a pezzi pure la casa di Nicolò Paganini, mito assoluto della storia genovese in secula seculorum, hanno lasciato quella di Cristoforo Colombo, che non è neppure autentica, un pacco per turisti creduloni e genovesi ignoranti, perchè la salvava Porta Soprana.

E non è neppure il centro storico più grande d' Europa: misura 113 ettari mentre Roma supera i mille .

Quando i centri storici sono diventati trendy alla fine degli anni Settanta e nei primi Ottanta e le arcistar dell'epoca ci si sono tuffate a capofitto per ristrutturare, demolire, in realtà si diceva in modo molto più soft-figo “diradare”, oramai era troppo tardi.

Ci è riuscito solo quel santo di Edoardo Benvenuto a trasferirci la facoltà di Architettura, salvando il pezzo che ancora vive e cresce: Sarzano, via Ravecca, sant'Agostino e l'ombelicale piazza delle Erbe.

Il resto è o resistenza eroica di commercianti coraggiosi nei loro atolli, come ha scritto Mario Paternostro, o è avanzata cinese a Principe e nella ex napoletana via Prè o è pronto soccorso sociale di associazioni e parroci di frontiera, altri santi come don Luigi o come fu don Micheli alle Vigne o come tanti altri.

I caruggi fanno paura e il porto antico non li ha saldati alla città, come avrebbe voluto Renzo Piano. Provate a andare di notte da via Andrea Doria a san Giorgio, infilatevi in via della Maddalena, fino al muro della chiesa omonima, passeggiate in san Luca e arrivate a cantare i versi di Fabrizio in via del Campo, verso vico Croce Bianca: “In via del Campo c'è una puttana.....gli occhi verdi, color di foglia, se di averla ti viene la voglia......”.

Traffico di droga, prostituzione multi etnica, eccoli i business che resistono a tre passi dal portone di Tursi, palazzo Bianco e Rosso: prosperano mica tanto, che anche gli immigrati, oggi i rifugiati, se ne vanno da quel ventre protettitivo: nel 1998 erano il 27 per cento della popolazione globale, nel 2008 erano il 12,2 e un anno fa il 9, 8.

Chi salverà il centro storico? Non certo le polemiche sulla movida, che ben altro si dovrebbe muovere, baccano notturno a parte.....