Vincenzo Montella si è, finalmente, preso la Sampdoria. Il tecnico campano è il vero protagonista di questo buon momento dei blucerchiati, che arriva dopo le cessioni eccellenti attuate dalla società a gennaio in nome della necessità di far cassa. Inutile girarci intorno: se Regini andava in scadenza di contratto e non era amatissimo dai tifosi, Zukanovic aveva comunque, con le sue reti, avuto un peso nei primi mesi di stagione blucerchiata anche perchè in grado di ricoprire due ruolo in difesa. Ma la vera ferita, sanguinante al di là degli sberleffi da social network ai quali è sottoposto ora, dagli amanti traditi sampdoriani, è stata la cessione di Eder.
Un addio arrivato dopo 21 partite di campionato condite da 12 gol dell'italo brasiliano pari al 38% della reti blucerchiate. Un parziale da brivido, pensando alla partenza verso la Milano nerazzurra che, in molti, ha evocato la nefasta cessione di Pazzini nel gennaio di disgrazia 2011.
E invece Montella si è messo li, ha un pò mugugnato (perchè i suoi reiterati riferimenti ai cambiamenti effettuati alla struttura della squadra così si devono intepretare), ha cercato di capire il verso e alla fine sembra averlo trovato. Lo confortano i risultati, lo confortano i numeri.
Se, infatti, la Sampdoria con Eder aveva una media gol di 1.47 reti a partita, nelle 7 giocate dopo l'addio dell'attaccante la media è salita a 1,57. Non solo: oltre all'autogol del romanista Pjanic sono andati a segno ben 7 giocatori. Due volte Quagliarella, Soriano e Muriel, una Correa, Fernando, Cassano e Lazaros. Come dire che anche il modulo, diventato progressivamente un 3-4-2-1 con l'inserimento di un sempre più positivo Ricky Alvarez, ha dato modo soprattutto ai centrocampisti di andare a segno. Una specie di miracolo pallonaro al pesto.
Unito a un altro dato non da trascurare. Partiti due titolari quasi fissi della difesa, la retroguardia ha sbandato in alcune occasioni ma, nelle gare che contano, le ultime, si è ritrovata. Dall'Atalanta in poi 3 partite su 4 con Viviano imbattuto con, in mezzo, la parentesi dell'1-3 contro l'Inter. Un altro dato quasi miracoloso vista la situazione precedente.
Onore e merito, dunque, a Montella che ha definito la sua esperienza sampdoriana "formativa". E non potrebbe essere chiamata altrimenti con un puzzle già complicato privato, in corsa, del suo pezzo più pregiato. Da lui la Sampdoria riparte per chiudere prima possibile la pratica salvezza, da lui dovrebbe ripartire la Sampdoria prossima ventura per la quale, però, saranno indispensabili certezze tecniche e di solidità societaria futura. Altrimenti il rischio di un'altra stagione e di un futuro con la bombola d'ossigeno sarebbe di nuovo dietro l'angolo.
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Montella "para" l'addio di Eder, ora la sua Sampdoria sa fare gol
Il tecnico blucerchiato protagonista della riscossa doriana
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