“I media sono in crisi. Non solo la carta stampata, ma tutta la catena di produzione dell’informazione. Di fronte a una concorrenza spietata e a un calo inesorabile degli introiti pubblicitari, i giornali, le radio, le televisioni sono tutti alla ricerca di un nuovo modello.” Julia Cagé, 32enne docente di Economia a Science Po di Parigi, ha pubblicato un’indagine inedita sui media in Europa e negli Usa dal titolo “Salvare i media”.
Per la Media company Primocanale il punto di partenza è l’investimento: investire per affrontare il cambiamento, investire per raccogliere la sfida delle nuove tecnologie, investire per creare un nuovo modello editoriale in Liguria.
Investire, ossia “impiegare un capitale in beni durevoli o in attività economiche”. Uno sforzo che in un periodo di crisi sembra anacronistico. Ma che noi crediamo necessario per navigare verso il futuro dell’informazione. Con due punti saldi: la qualità dell’informazione e la qualità dell’occupazione. Due strade parallele (e convergenti) che, nel momento storico di ‘offerta selvaggia’ di informazione sul web, devono essere difese soprattutto dalle istituzioni.
Oggi le agenzie nazionali vendono la pubblicità sul web basandosi sui freddi numeri. Senza un’analisi di cosa ci sta dietro quel click il rischio di vedere crollare la qualità della notizia è altissimo. Siti d’informazione che tirano numeri copiando e incollando notizie di altri, sfruttando immagini e video trash, pompando il nulla sui social network, oggi ottengono più facilmente inserzionisti in ragione dei numeri. Ma dietro alle cifre, quale messaggio trasmettiamo?
Scommettere sul futuro vuol dire investire risorse economiche anche nella qualità di giornalisti professionisti e tecnici qualificati. Professionisti assunti a tempo indeterminato che difendono il proprio posto di lavoro puntando su risorse come istruzione, fiuto, qualità. Nella giungla odierna dell’informazione in cui basta aprire un sito per pubblicare qualsiasi cosa senza una verifica, chi sarà il garante della qualità?
La tutela dei cittadini e dei posti di lavoro in cui le parti seguono le regole deve partire dalle istituzioni. Un primo segnale importante deve arrivare dall’assegnazione delle informative a carattere istituzionale: prima di assegnare una campagna bisogna verificare se l’azienda che pubblica il dato sito ha giornalisti in regola, quanti sono i professionisti, quanti sono i precari che oggi lavorano a pochi euro al pezzo.
Questo è il contesto in cui Primocanale investe risorse. Una Media company che mette da parte gli specchietti per le allodole a vantaggio della qualità d’informazione. Con un’offerta completa tra televisione, App per tablet e smartphone, newsletter, social media e sito internet (con una nuova release) per aiutare l’utente a capire - in tempo reale - cosa accade in Liguria. Sempre con lo spirito di fare servizio pubblico.
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Pluralismo, qualità e lavoro: in gioco il futuro dell'informazione
L'editoriale
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