
La società presieduta per Bernini è contraria all'uso delle proprie risorse, che Bernini assicura "destinate alla bonifica delle ex aree industriali", per finanziare l'ulteriore integrazione al reddito di chi in Ilva ci lavorava. "Bernini minaccia parlando di indagini della Corte dei conti - rincara Manganaro - ma a nostro avviso la Corte dei conti dovrebbe andare a verificare il bilancio di Società per Cornigliano per capire come mai vengono affittate aree a 4 euro al metro quadro e distribuite risorse per società sportive, circoli ed eventi culturali".
Nel mirino della Fiom c'è poi il diretto superiore di Bernini, il sindaco Marco Doria: "Deve dire se la pensa come Bernini e ha quindi ha intenzione di non rispettare l'accordo di programma, oppure come l'assessore Piazza, che si sta impegnando per l'avvio dei lavori di pubblica utilità. Nel secondo caso o dice al suo vicesindaco di smetterla, oppure deve emergere chiaramente che Bernini parla a titolo personale".
Intanto, dopo l'assemblea unitaria, i sindacati si siedono al tavolo con il presidente della Liguria Giovanni Toti, l'assessore comunale Piazza, un rappresentante di società per Cornigliano e i tecnici degli uffici per tentare di trovare una soluzione che consenta di far partire i lavori socialmente utili dal primo di aprile.
Tutto è nato dallo scontro sulla quantità di ore che servono per integrare il reddito del 10%. "Per integrare questo 10% - dicono i sindacati - nell'ultimo incontro sembrava fosse sufficiente una settimana, questa mattina ne hanno chieste due e nel pomeriggio ci hanno detto che con due settimane l'integrazione sarebbe stata del 7% e non del 10%. Questo è solo un modo per dire che società per Cornigliano non vuole metterci i soldi e detta legge a Regione, Comune e Governo".
IL COMMENTO
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