cronaca

Impegno a versare un milione entro 15 giorni
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La delibera era quasi scontata, ma ora è ufficiale: il consiglio comunale di Genova ha approvato il via libera alla procedura straordinaria di liquidazione volontaria della Fiera.

Sono stati 20 i sì alla delibera, 4 i no, 10 gli astenuti su 34 presenti. Favorevoli Pd, Lista Doria, Possibile, Sel, Udc, Progresso Ligure e due consiglieri di Percorso Comune. Contrari due consiglieri del M5S e FdS. Astenuti M5S, Forza Italia, Lista Musso, Fdi-An, Lega Nord, Ncd, i consiglieri del Gruppo Misto Francesco De Benedictis, Salvatore Mazzei, il consigliere di Percorso Comune Paolo Gozzi.

Il progetto di bilancio triennale del Comune di Genova 2016-2018 dovrà essere "predisposto prevedendo negli stanziamenti di spesa la somma di 4 milioni di euro sull'annualità 2016 a titolo di indennizzo per canoni anticipati a favore di Fiera". Un milione dovrà essere versato entro 15 giorni.

La delibera impegna la giunta Doria ad "accompagnare il progressivo spostamento dell'asset fieristico da Fiera alla Porto Antico SpA", affinché "durante la liquidazione sia garantita la prosecuzione operativa tra Fiera e Porto Antico per continuare gli eventi in programma, in particolare Salone Nautico ed Euroflora".

Il documento chiede che "il processo di mobilità del personale di Fiera si concluda con una proposta di ricollocazione tramite procedure di mobilità interaziendale in società partecipate dai soci della Fiera" e che "il credito verso il Comune diventi parte dell'attivo di liquidazione secondo un piano di rientro che dovrà essere articolato su più anni in coerenza con le disponibilità di bilancio dell'ente".

Il sindaco Marco Doria ha detto 'no' alla proposta M5S di istituire una commissione speciale di indagine sulla crisi-gestione della Fiera di Genova perché "il Comune di Genova è disponibile a fornire in modo chiaro e trasparente in commissione ai consiglieri comunali tutti i documenti utili a comprende la situazione di Fiera, così è ed è sempre stato, una commissione d'indagine, che anche nel nome oscilla tra il giustizialista e il processuale, non fa parte della nostra cultura politica". L'emendamento M5S è stato respinto con 18 no e 16 sì: contrari Pd, Lista Doria (tranne Clizia Nicolella), Sel e centrodestra.