Il prossimo 11 aprile i sindacati e i vertici della Colussi si incontreranno per discutere del futuro dello storico pastificio Agnesi di Imperia. Pochi giorni dopo (la data deve essere ancora stabilita) i lavoratori incontreranno la Giunta Regionale. A quel tavolo i sindacati sperano di trascinare anche l'azienda in modo da instaurare un confronto più ampio. Salvo capire - operazione fin qui non riuscita - cosa la classe politica possa offrire a Colussi per fargli cambiare idea.
Al momento, infatti, il futuro dello stabilimento imperiese resta nell'incertezza più assoluta. È noto che la produzione della pasta andrà avanti (a singhiozzi) fino al 31 dicembre 2016. Poi scatterà la cassa integrazione straordinaria, a cui farà seguito il trasferimento della produzione a Fossano, nel cuneese. Ma quello che accadrà dal primo gennaio in avanti resta ancora avvolto nel mistero, come spiega a Primocanale il segretario generale provinciale della Cgil di Imperia, Fulvio Fellegara: "La situazione è assolutamente preoccupante in questa fase. Ad oggi non abbiamo ancora una parola di verità su quali siano le intenzioni dell'azienda".
Intanto i lavoratori hanno dovuto subire lo "schiaffo" del trasferimento di alcuni macchinari durante lo stop alla produzione terminato nelle scorse ore. "È vero che erano materiali vecchi e inutilizzati da due anni e che quindi non avevano strettamente a che fare con la vertenza che stiamo discutendo. È anche vero che aver fatto quell'atto in questo momento ha il sapore della provocazione", commenta Fellegara. "Non è stata una scelta felice quella di far uscire i macchinari proprio mentre si sta tenendo la discussione sul futuro dello stabilimento. Anche questo è un elemento di assoluta preoccupazione".
E la politica cosa sta facendo in tutto questo? A parole è tutta schierata a difesa dello stabilimento di Via Schiva. Lo conferma anche Giovanni Trebini, segretario provinciale Flai Cgil Imperia, che spiega di aver incontrato tutti i partiti nelle scorse settimane e di aver avuto il loro appoggio. "Qui quando c'erano le elezioni era un viavai di candidati. Mi auguro che ci sia un seguito alla disponibilità che c'è stata data", afferma Trebini.
Dai sindacati arriva dunque un richiamo a impegnarsi fino in fondo e a sfruttare qualsiasi apertura arrivi da Colussi. L'intera classe politica è chiamata a rispondere, a partire dal sindaco Carlo Capacci, che fino ad oggi non è stato in grado di incidere realmente sulla questione. Una questione che non riguarda soltanto un centinaio di lavoratori, ma che pesa sul destino di un'intera città. "L'Agnesi - spiega infatti il segretario Fellegara - è uno di quegli elementi simbolo che possono dare fiducia per il futuro. Vivere da due anni con questa incertezza sul futuro di uno stabilimento, sicuramente crea un clima di sfiducia che non fa bene a nessuno".
economia
Agnesi, il futuro incerto e il richiamo dei sindacati alla politica: "Adesso passate dalle parole ai fatti"
L'11 aprile incontro tra lavoratori e vertici dell'azienda
2 minuti e 21 secondi di lettura
TAGS
TOP VIDEO
Lunedì 25 Novembre 2024
Pirondini: "A Grillo dico grazie, non riesco a immaginare un Movimento senza di lui"
Lunedì 25 Novembre 2024
Violenza donne, l'avvocato penalista: "Ecco come funziona il codice rosso"
Lunedì 25 Novembre 2024
Il medico risponde - Influenza e Covid, cosa ci aspetta nelle prossime settimane?
Domenica 24 Novembre 2024
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità
Ultime notizie
- "Interventi urgenti di ripristino della pavimentazione", maxi coda tra Arenzano e Pegli
- Il consigliere più anziano in Regione Boitano: "Al centro sanità e infrastrutture"
- Regionali, Balleari (FdI): "Tante sfide da affrontare"
- Il consigliere più giovane in Regione Bogliolo: "Al centro territorio, trasporti e sport"
- Bordighera, aggressione al pronto soccorso: "Giù le mani da operatori e strutture sanitarie"
- Indagine antimafia a Genova, pistole e droga sequestrate: sei arresti
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità