"Vendiamo meno Parmalat e Oro, e se continua così compreremo più bottiglie di altre marche" spiega il titolare di un market in salita del Prione a Genova. "La gente ne parla ma le vendite per ora sono le stesse" afferma un altro responsabile di supermercato in piazza Sarzano.
Ma bottiglia più o meno, il caos latte sta facendo discutere eccome. Ma non solo. Le parole si stanno trasformando in atti, cambi di ordini, soldi che la Parmalat rischia di perdere dopo la decisione di boicottare i fornitori locali di latte: se le cose non cambieranno per loro il fallimento non è un rischio, ma una terribile certezza".
"Noi usiamo Parmalat ma stiamo pensando di cambiare" spiega una barista di stradone San'Agostino "mi sono già informata con il fornitore. A casa mia non lo compro più". "Noi ci stiamo ragionando" dice una giovane barista di salita Pollaiuoli. In piazzetta San Donato la latteria conferma: "Ne vendiamo poche bottiglie ma la gente si informa e se noteremo che non vuole più il Parmalat cambieremo fornitore".
"La Parmalat ci ha mandato un documento dove spiega che il latte è italiano ma noi stiamo decidendo che cosa fare. Vedremo quale piega prenderà la faccenda": così un barista di piazza Sarzano. Insomma, la grande reazione di solidarietà di Genova è scattata.
Nel frattempo, dopo l'incontro con allevatori e istituzioni locali per far fronte all'emergenza latte nell'entroterra genovese, il Municipio Valpolcevera e il Municipio Ponente hanno emesso un documento in cui si impegnano a tutelare gli allevatori e chiedono interventi da parte degli enti locali.
"La presa di posizione della Parmalat è vergognosa, non possono essere usati altri termini", attaccano i presidenti Iole Murruni e Mauro Avvenente. "Le multinazionali agiscono solo per accumulare ricchezza. Bene hanno fatto i cittadini dotati di libero arbitrio" a scegliere di "non consumare prodotti di aziende che intendono massacrare il delicato tessuto dell'entroterra, composto da molti giovani che presidiano il territorio".
cronaca
Caso latte, i market vendono meno Parmalat e i baristi pensano di cambiare fornitore
I municipi: "Posizione vergognosa, le istituzioni intervengano"
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