A una settimana esatta dal fatidico 5 giugno, il grande scontro sotto la Torretta è uno, almeno sulla carta: i Cinque Stelle con Diaspro versus Battaglia e Caprioglio. Due candidate, queste ultime, che in verità si distinguono poco, sia per i programmi abbastanza appiattiti, sia perché tanti elettori le confondono, o addirittura dichiarano di non conoscerle. Tant’è che i grillini hanno parlato di ‘Partito Unico’. Poi però ci sono le quattro voci fuori dal coro: Barisone, Frumento, Pongiglione e Ravera. Saranno loro i protagonisti della prima parte del confronto pre-elezioni in onda su Primocanale martedì alle 21.
In realtà nemmeno tra gli 'outsider' emergono spaccature insanabili. Prendiamo ad esempio il caso bitume. In effetti un distintivo può vantarlo Daniela Pongiglione, a capo di una lista “davvero civica” – come dice lei – che la guerra al deposito sotto il Priamar l’ha fatta prima degli altri. “Dico no al bitume, né lì ne altrove, perché la puzza di uova marce arriva a 3 chilometri di distanza. Lo dicono i documenti della Regione, non lo dico io. La mia posizione è netta, gli altri se la rimpallano”, chiarisce.
Carlo Frumento, consigliere di maggioranza, appoggiato da ‘Noi siamo italiani per Savona’ e da altri piccoli movimenti e liste, riconosce alla Pongiglione di avere sguainato per prima la spada, però avverte: “Gli altri non devono strumentalizzare la questione. Io non voglio bloccare le attività industriali, che devono coesistere col turismo. Ma il deposito non si può fare lì”. Anche Giorgio Barisone (Partito Comunista dei Lavoratori) taglia corto: “Sono sempre stato contrario. Se una cosa non è compatibile con l’ambiente non si deve fare”. E poi Marco Ravera, la pedina di Rete a Sinistra, che ne fa una questione di principio: “Esiste una città turistica con un deposito di bitume? Noi diciamo no perché abbiamo un’altra idea di città”.
Alla domanda sulle priorità spuntano altre analogie, ma pure qualche idea fuori dal comune. Ravera punta sulla sintesi tra ambiente e lavoro: “È vero che il comune non ha deleghe specifiche sul lavoro, ma in una città più vivibile le imprese vengono più volentieri, lo dicono i dati”. Che è poi la stessa posizione di Daniela Pongiglione: “Salute e lavoro devono andare a braccetto perché abbiamo avuto tutte le disgrazie della provincia. Puntiamo su agricoltura, artigianato e commercio. Zero nuovo cemento, ma frazionare i grandi appartamenti del centro per permettere agli anziani di affittare o venderne una parte”.
L’idea della Pongiglione potrebbe piacere a Barisone, che vuole prendere due piccioni con una fava: “Bisogna ristrutturare subito gli oltre 200 appartamenti vuoti di proprietà pubblica, così da dare lavoro e al contempo risolvere l’emergenza abitativa”, dice. Frumento ricorda che “Savona deve puntare sul turismo”, ed enfatizza, stavolta avvicinandosi alle posizioni del centrodestra, il problema della sicurezza in città. Ma poi lancia una provocazione: “La cosa più importante, in fin dei conti è coinvolgere chi ha davvero il potere. Noi abbiamo già preso contatti col vice ministro dell’economia”. Chiamatelo lobbista, se volete. Ma questo, più che una pazza idea, è forse sano realismo politico.
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Comunali a Savona, i quattro outsider tra pazze idee e strategie condivise
Martedì la prima parte del confronto alle 21 su Primocanale
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